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Cronaca

FABRIANO IL PREMIO GENTILE E L’INFINITA BELLEZZA DELLA CREATIVITÀ

Il premio taglia il traguardo dell’edizione numero 23

 

FABRIANO, 13 ottobre 2019 – Un premio per celebrare la bellezza della vita e delle opere dell’uomo, per ricordare l’infinito che da sempre ha commosso ed ispirato il genere umano.

Giacomo Leopardi come ispiratore, a 200 anni dalla scrittura de “L’infinito” per guidare l’edizione numero 23 del premio “Gentile da Fabriano”, per celebrare le vite di grandi italiani, grandi marchigiani e vere guide per affrontare le pieghe dell’infinito, declinandole tra arte, musica, scienza e potere della mente.

All’interno dell’oratorio della carità della città della carta la celebrazione dell’Associazione Gentile Premio agli esempi più alti di bellezza, creatività ed ispirazione selezionati nelle ormai consolidate sei categorie.

Sezione “Vite di italiani” il premio all’artista Pino Guzzonato, Sezione “Carlo Bo per l’arte e la cultura” allo storico dell’arte Andrea de Marchi, Sezione “Scienza, ricerca e innovazione” allo psichiatra Vittorino Andreoli, Sezione “Economia, impresa e società” alla stilista e vice presidente di Aeffe S.p.a. Alberta Ferretti, per la Sezione “Officina marchigiana” premio al disegnatore ed animatore fotografico Simone Massi.  Premio speciale della giuria a Linda Valori, cantante soul blues.

Ed è stata proprio la cantante nata a San Benedetto del Tronto a ricevere il primo premio, che ha scelto di raccontare la sua personalissima idea di “infinita bellezza” intonando a cappella una emozionante versione di “Hallelujah” di Leonard Cohen nella più celebre versione incisa da Jeff Buckley nel 1994.

Ma l’arte e la bellezza sono anche riflessioni disegnate su carta, come nel caso del di Simone Massi, che ha raccontato le sue radici di figlio di agricoltori di Pergola, del suo passato come lavoratore a Fabriano (prima fabbrica poi cartiere) e la splendida bellezza dello studio per coltivare un talento che lo hanno portato alla vittoria nel 2012 il David di Donatello per il miglior cortometraggio e più recentemente (2019) assegnato il Premio Flaiano per il film d’animazione.

Prima delle parole dell’artista di Pergola, le intense immagine del corto animato “Dell’ammazzare il maiale”, racconto di una vita contadina persa tra le pieghe del tempo, affrontata tra dolore ed amore assoluto nei confronti di una terra vissuta come cordone ombelicale, linea rossa da difendere a tutti i costi nonostante le difficoltà.

E poi l’infinita bellezza della mente umana perché capire è necessario così come cercare di indagarla senza giudicare. Questo il senso profondo dell’intervento di Vittorino Andreoli, psichiatra accolto dagli applausi dell’oratorio della carità, parole che hanno legato profondamente con quelle dello storico dell’arte De Marchi, alla ricerca di una bellezza che deve essere vissuta sulla propria pelle, senza subirla in maniera passiva.

La Giuria del Premio è stata presieduta da Vilberto Stocchi, Rettore dell’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo” con  Enrico Agabiti Rosei (Università di Brescia), Gabriele Alfonsi (Fedrigoni Group), Gian Mario Bilei (CERN), Fabio Biondi (Diatech), Carlo Cammoranesi (giornalista), Roberto Carmenati (Coach di basket), Galliano Crinella (Università di Urbino), Giorgio Cutini (Fotografo), Eugenio De Signoribus (Poeta), Francesco Leopardi Dittaiuti (Aspen Institute, Roma), Roberto Malpiedi (Fondazione Carifac), Antonio Pieretti (Università di Perugia), Riccardo Remedi (AD di Faber SpA), Maria Teresa Veneziani (“Corriere della Sera”) e Bartolo Venturini (Associazione “Gentile Premio”).

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(foto copertina ed all’interno dell’articolo concesse da Photo Studio Cico)

Saverio Spadavecchia

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