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Fabriano Il violino nel lager, la storia di Luigi Manoni

Appuntamento oggi pomeriggio alle 14.30, all’interno della sala “Pilati” della biblioteca

Fabriano – La Biblioteca Multimediale diventerà teatro di un’importante e toccante riflessione storica, con l’evento “Il Violino del Lager” che si svolgerà oggi pomeriggio (dalle 14:30) all’interno della sala “Pilati”.

L’evento è dedicato alla memoria degli Internati Militari Italiani (IMI), figure eroiche della nostra storia recente spesso lasciate nell’ombra, che subirono la prigionia nei campi di concentramento nazisti a seguito degli eventi dell’8 settembre 1943 e tra queste storie di coraggio, anche i nomi di due cittadini fabrianesi: Luigi Boselli e Tiziano Di Leo.  

Sarà Gemma Manoni a narrare le vicissitudini di suo padre Luigi, il quale, in un contesto di disumanizzazione, trovò nella musica e in un violino recuperato tra le rovine di un bombardamento, la forza per sopravvivere alle atrocità subite.

Nato a Ostra Vetere nel 1919, militare a Merano nella caserma Cascino, Manoni era stato catturato dai tedeschi dopo l’8 settembre ed internato nel campo di concentramento di Allenstein (ora Olsztyn e in Polonia). Sottoposto a lavoro coatto, si salvò grazie a quel violino trovato in una casa in rovina dopo un’incursione aerea.

Lui, che a Ostra Vetere aveva un violino tutto suo, aveva raccolto quello strumento ed era riuscito a formare nel lager perfino un’orchestrina, con quel violino trasformato in vero e proprio suo talismano.

Tornato in Italia dopo venti mesi di prigionia, lo aveva portato con sé. Insieme alle parole della signora Manoni, ci saranno anche gli studenti del Liceo Stelluti cureranno letture e presentazioni che sottolineano non solo il dolore, ma anche il senso di resistenza pacifica che caratterizzò la lotta degli internati militari italiani, per quella che è stata una resistenza senza armi, ma non meno significativa di quella partigiana.  

L’evento si arricchirà dell’esibizione di Valentina Garcia Signori, studentessa del Liceo Stelluti, che darà voce alla storia suonando lo stesso violino che fu compagno di speranza per Luigi Manoni nei campi di prigionia.

Dietro i fili spinati dei lager, migliaia di giovani hanno coltivato una profonda repulsione per ogni forma di oppressione e privazione della libertà, forgiando nei lunghi giorni di prigionia la base di una coscienza democratica rafforzata.

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