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Cronaca

FABRIANO LA PRESIDENTE TOBALDI RESPINGE LE ACCUSE, MA LE MINORANZE ANNUNCIANO LA MOZIONE DI SFIDUCIA

La Presidente del Consiglio Comunale: “Ho sempre fatto la mia parte in modo onesto”

 

FABRIANO, 29 gennaio 2019 – La Presidente del Consiglio Comunale non ci sta e replica alle critiche mosse al suo operato. Critiche mosse dall’opposizione consiliare, rimbalzate sui social ed arrivate anche sui quotidiani nazionali. “Le loro critiche per me sono medaglie al valore”, ricordando l’esplosione del fatto sui quotidiani “La Verità” e “Il Giornale”.

Discussione in consiglio comunale

Risponde alle accuse mosse la Tobaldi, e lo fa leggendo un messaggio in apertura di consiglio comunale dove respinge con forza “Il fango e la polvere che mi sono stati gettati addosso me li sono già scrollati e fango e polvere non contano niente se una persona è pulita”.

La Presidente del Consiglio Comunale di Fabriano Giuseppina Tobaldi

È netta la Tobaldi nella sua difesa pur partendo dalle critiche, ma risparmia stoccate nei confronti dei suoi accusatori. “Ho sempre cercato di interloquire con il diretto interessato, attraverso uno scambio di mail istituzionali, ma con molta minore correttezza sono state date in pasto a stampa e pubblico ludibrio, compreso quello di essere definita la moglie grillina di”.

Risponde alla prima delle accuse mosse dalle minoranze, la conclusione oltre il termine delle 22.30 del consiglio dello scorso 18 dicembre 2018, sfociata poi nella segnalazione del fatto alla Prefertura di Ancona. “Ci hanno chiesto chiarimenti, ed abbiamo la sottoscritta ed il Sindaco risposto in data 23 gennaio. Si è prolungata la discussione, invitando però alla discussione delle proposte in approvazione con il carattere di urgenza. Necessario perché da adottare entro 31 dicembre 2018. Inoltre nessuna mozione d’ordine è stata sollevata dai consiglieri di minoranza che hanno lasciare l’aula”.

“Affaire” interpellanza scritta a mano e discussione “social”

Ricorda l’invito fatto al consigliere Giombi di non presentare mozioni scritte a penna “Evidentemente gli inviti gentili non hanno fatto effetto, ma ho cercato di dialogare prima di agire, questo perché la forma è importante come la sostanza. Il buon senso non deve essere regolamentato perché ogni documento ufficiale deve essere presentato con la maggiore chiarezza possibile e con gli strumenti di cui siamo in possesso”.

Discussione social? Ammette l’errore la Presidente e lo definisce come “Unico e vero errore quello di non ricordare che l’argomento dell’interpellanza, il mantenimento degli uffici del giudice di pace, era già stato discusso dal Sindaco in sede di consiglio proprio lo scorso 18 dicembre 2018”.

E poi entra nello specifico, spiegando che l’obiezione alla “discussione social”. “Obiezione discutibile – ammette – tale da minare la credibilità dell’istuzione attraverso attacchi. Non faccio fatica a fare mea culpa, ma non penso che chi mi abbia attaccato possa essere esente dalla ‘colpa’ di aver usato anche lui i social dalla stessa responsabilità”.

Rifiuta le accuse di non aver rispettato le prerogative della minoranza la Presidente Tobaldi, e “Di accanimento personale, e più di una volta altre interpellanze sono state respinte con motivazione e poi riscritte senza eccessive discussioni. A volte sono passata oltre ad errori di forma. Se avessi voluto accanirmi ed essere scorretta avrei dovuto respingere tutti gli atti non corretti dal punto di vista formale e tante comunicazioni prima del consiglio che non erano tali”.

La mossa delle minoranze: “Mozione di sfiducia”

A strettissimo giro di posta la replica delle minoranze, espressa unitariamente dal consigliere Scattolini. “Vorrei far presente al Consiglio, alla Giunta ed alla cittadinanza intera che noi tutti, all’unanimità, da destra a sinistra, abbiamo predisposto una mozione di sfiducia nei confronti della Presidente del Consiglio Comunale Giuseppina Tobaldi, ai sensi dello statuto comunale di Fabriano, che verrà portata a protocollo nella giornata di domani”.

Il muro contro muro tra minoranze e pentastellati non trova pace, alzando ulteriormente il livello dello scontro già in corso.

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