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Cronaca

FABRIANO Verso la maturità: come si preparano gli studenti

Tra timori e preparazione, come si avvicinano alla maturità gli studenti fabrianesi

 

FABRIANO, 30 aprile 2020 –  Sin dall’inizio dell’emergenza, uno dei temi caldi è stato quello della scuola e dell’istruzione. Già nelle ultime settimane di febbraio in alcune regioni, compresa la nostra, le scuole avevano chiuso i battenti, prima del definitivo lockdown di marzo.

Di poco tempo fa è la conferma, già nell’aria da tempo, della chiusura definitiva dell’anno scolastico in presenza. Le lezioni continueranno dunque online sino al termine dell’anno scolastico. Particolarmente coinvolti sono i ragazzi che quest’anno devono affrontare l’esame di maturità, al termine del ciclo scolastico superiore. Anche l’esame più temuto dagli studenti ha infatti cambiato forma e per quest’anno consisterà nella sola prova orale, quello che negli anni passati era considerato il test finale con il quale si chiudeva la maturità.

Abbiamo parlato con alcuni studenti fabrianesi di diversi licei ed istituti superiori per sentire le loro opinioni

Riguardo la modalità orale dell’esame finale alcuni si dicono sollevati, in quanto non dovranno più affrontare né il tema della prima prova né la famigerata seconda prova d’indirizzo. Altri però manifestano comunque i propri timori: «Sotto alcuni punti di vista –dice una ragazza– gli studenti sono favoriti da questa modalità, ma bisogna considerare anche gli elementi sfavorevoli.  Questo soprattutto per il fatto che in questo momento non stiamo più facendo interrogazioni come se fossimo realmente a scuola. Stando a casa è normale che siamo più tentati di sbirciare su degli appunti. La preparazione che si mette per le interrogazioni non è come se fossimo chiamati alla cattedra».

Altri sono decisamente più preoccupati, come questa ragazza: «L’orale è sempre stata la parte dell’esame che più mi spaventava perché me la cavo molto meglio negli scritti. Essendovi ora soltanto la prova finale sono molto più in pensiero».

Dello stesso avviso un altro ragazzo che lamenta, come molti, anche una scarsa organizzazione: «Ancora oggi non si sa nulla riguardo le modalità di questo esame e molti professori anche non sanno come prepararci. Non si sà se si partirà da una domanda a piacere o se dobbiamo scrivere una tesina. Essere giudicati su una sola prova è un po’ come dire “o la va o la spacca”».

Per quanto riguarda la chiusura definitiva delle scuole prevalgono voci favorevoli: «Le scuole devono rimanere chiuse, -sostiene una liceale- è giusto così. Se dovessero riaprire aumenterebbero di nuovo i contagiati, dato che le strutture non permettono una distanza di sicurezza tra alunni e insegnanti».

In altri prevale l’amarezza come ci dicono questi ragazzi: «Le norme sono giuste, ma è triste aver perso momenti belli che caratterizzano l’ultimo anno di tutti, come ad esempio la gita del quinto anno. È un modo un po’ triste questo di terminare un percorso».

Non mancano però i contrari a questa chiusura, soprattutto a causa della didattica a distanza: «A me dispiace di non poter tornare a scuola -afferma un ragazzo- soprattutto per il modo in cui stiamo facendo lezione. Questa non può essere una soluzione duratura, le lezioni risultano pesanti, a casa siamo soggetti a distrazioni continue e soprattutto passiamo quasi tutto il giorno davanti allo schermo di un computer».

Grandi incertezze anche riguardo il futuro: «Quest’anno non siamo riusciti a partecipare agli open day universitari a causa di questa situazione -si lamenta un ragazzo- e i siti delle facoltà per lo più sembrano veramente difficili da capire per chi non è abituato. Sono molto in alto mare in questo momento».

Danilo Ciccolessi

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