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Cronaca

FALCONARA Disperazione e tristezza per mamma Fatma

Tutta la comunità falconarese si stringe alla famiglia dopo l’incidente mortale di ieri: «Esprimo il dolore della cittadinanza per una tragedia che ci ha colpiti», le parole del sindaco Stefania Signorini

FALCONARA, 23 gennaio 2022 – Il giorno dopo l’investimento mortale di Fatma Ben Frej resta il dolore profondo e inconsolabile di una comunità, di intere famiglie che si conoscono da tanto tempo e abitano nelle case popolari del quartiere periferico di Fiumesino.

Sono le ore interminabili del dolore e della tragedia per la famiglia della donna morta dopo l’investimento da parte della Fiat Panda guidata da un settantenne di Montemarciano, mentre stava attraversando la Statale 16 dopo essere scesa dall’autobus insieme alla figlia adolescente.

Ma è tutta la comunità falconarese a stringersi intorno alla famiglia della cinquantaduenne tunisina.

«Esprimo il dolore di tutta la cittadinanza – dice il sindaco Stefania Signorini, provata dalla drammatica vicenda – per una tragedia che ha colpito tutti. La famiglia tunisina era ben integrata nella comunità falconarese e sapere che Fatma era mamma di 4 figli aumenta la disperazione e la tristezza».

Nel frattempo, il montemarcianese di 70 anni, molto conosciuto in zona, che era alla guida della Fiat Panda che ha investito la donna di fronte alla raffineria Api è indagato, come vuole la prassi, per omicidio stradale.

L’auto è stata sequestrata e al settantenne è stata ritirata la patente mentre la salma della tunisina è a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Sono molti i messaggi di cordoglio giunti alla famiglia della vittima: in tanti hanno rivolto un pensiero sentito ai quattro figli che hanno perso la loro mamma. C’è poi la rabbia e la delusione di chi da tempo aveva segnalato la pericolosità del tratto stradale e aveva sollecitato interventi.

E’ il caso di Matteo Romanucci, che abita a Fiumesino vicino alla famiglia tunisina e che ha assistito praticamente in diretta all’incidente.

«Stavo uscendo di casa quando ho sentito un botto secco e subito dopo le grida assordanti della figlia. Da tempo avevo scritto lettere e segnalazioni all’Anas e al Comune – sottolinea Romanucci – per sollecitare una soluzione al problema della grave carenza di illuminazione, dopo che anche il lampione della raffineria che illuminava parzialmente l’incrocio era stato spento. Purtroppo, non si è fatto nulla per evitare una tragedia quasi annunciata».

Gianluca Fenucci

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