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FASE 2 Covid-19, massima attenzione all’iceberg

Il nuovo coronavirus ha dimostrato di essere facilmente trasmissibile quindi in questa Fase 2 molto dipenderà da noi, dai nostri comportamenti responsabili

*  di Luca Butini

JESI, 17 maggio 2020 – Nei sette giorni dal 10 al 16 maggio il numero di nuove diagnosi di COovid-19 nelle Marche è di 149 (mediamente di 21,3 al giorno) su 5.896 tamponi eseguiti (1,37%);  nella settimana precedente era stato di 195 (media giornaliera=27,9) su 9.553 (2,04%), in quella ancora precedente di 240 (media giornaliera=34,3) su 10.771 (2,2%).

Numeri nettamente più bassi rispetto ai periodi peggiori della pandemia, in progressiva discesa ma ancora lontani dallo zero (grafico 1).


Chi viene sottoposto al tampone? I tamponi vengono eseguiti sia su persone la cui positività è già nota, alla ricerca della loro negativizzazione, sia su persone fino ad allora mai studiate che abbiano sintomi suggestivi per Covid-19, oppure che rientrino fra i contatti di un positivo, oppure che siano risultate positive ad un test sierologico quale quello, ad esempio, che si viene eseguendo sul personale sanitario.
Agendo dunque sulla base di un giusto criterio clinico-epidemiologico il numero di marchigiani testati attraverso il tampone, in progressivo aumento (grafico 2, linea blu), alla data del 15 maggio è di 53.030 ovvero il 3,5% della popolazione totale. La strategia di esecuzione del test, necessariamente, ha escluso persone asintomatiche, a meno che le stesse non siano fra i contatti di persone risultate positive o fra gli operatori sanitari risultati esposti al virus dall’esito del test sierologico.


A Whuan, 11 milioni di residenti, 1 milione di tamponi eseguiti a tutto aprile, tre mesi di lockdown, riapertura graduale dall’8 aprile, i 6 (sei) nuovi casi registrati la scorsa settimana hanno fatto scattare la “battaglia dei dieci giorni”: tampone a 10 milioni di persone in 10 giorni, ad iniziare da anziani e comunità densamente popolate visto che il nuovo “paziente 1” è un 89enne e gli altri cinque risiedono nello stesso complesso, a caccia degli asintomatici. Dati ufficiali, secondo Cnn, “parlano di 67.026 persone controllate mercoledì a Wuhan e di 559 soggetti asintomatici sotto osservazione al 13 maggio” (0,89%).

Uno sforzo organizzativo ed economico impensabile per ogni altro Paese, tutt’altro che esente da perplessità e critiche sul piano costi/benefici. Sarà un enorme esperimento, tutti potremo beneficiare delle informazioni che ne deriveranno. Per adesso, senza alcuna pretesa di scientificità, registriamo che lo 0,89% di positivi nel primissimo campione di popolazione generale di Wuhan non è così lontano dall’1,37% dell’ultima settimana in un campione, selezionato però per alto rischio, nelle Marche.
Una persona con tampone positivo ogni cento abitanti circa, un dato molto grezzo ma sul quale è possibile fare un ragionamento. Noi, in Italia, nelle Marche, in attesa di una eventuale strategia che faccia “emergere il sommerso” (toh, un’altra analogia con Hiv/Aids!) o che almeno ci dia una stima delle dimensioni dell’iceberg, che dovremmo fare?

1) PREVENZIONE. Significa a) acquisire informazioni corrette sulla situazione corrente, prevedibilmente mutevole nelle prossime settimane; b) non dimenticare e continuare ad applicare le regole: igiene delle mani o – per chi si ostina ad usarli quando non servono – l’igiene dei guanti (!), pulizia degli oggetti condivisi e delle superfici di lavoro, uso responsabile della mascherina (quella che serve, quando serve e indossata come si deve, attenzione allo smaltimento).

2) AUTO-TRACCIAMENTO. Dato che ancora l’App non c’è, facciamo in modo di saper elencare persone e luoghi frequentati, pronti a riferirlo all’autorità sanitaria se ce lo dovesse chiedere, visto che là fuori ci sono asintomatici potenzialmente infettanti e ci potremmo trovare senza rendercene conto nella “catena del contagio”; va da sé che meno persone e meno luoghi frequentiamo, specie se affollati…

3) VIGILANZA. Aumenterà il numero di luoghi ed ambienti che frequenteremo: negozi, bar, centri estetici, musei, biblioteche, ristoranti, mezzi di trasporto… Sarà importante saper individuare situazioni di rischio, segnalarle per contribuire a risolverle, privilegiare comunque luoghi ed ambienti dove la sicurezza è percepita; se la sicurezza percepita influenzerà le nostre scelte sarà infatti necessario che chi offre servizi la applichi, innescheremo un circolo virtuoso.

Perché tutte queste attenzioni sono necessarie? Perché il nuovo Coronavirus ha già dimostrato di essere facile a passare da una persona all’altra, e se “l’altra” persona non ne è conscia può inconsapevolmente portare il virus a casa, in famiglia, al lavoro, ed ecco che abbiamo un nuovo focolaio.

Francesco Menna, Sindaco di Vasto: «… 14 nuovi casi positivi di persone nello stesso stabile, nello stesso condominio, nello stesso quartiere, che deve diventare subito zona rossa, deve essere interdetto, i cittadini capiranno, è l’unico modo di garantire la sicurezza».

Persone che il 30 aprile hanno partecipato ad un funerale a Campobasso, a seguito del quale nella città molisana sono stati registrati 72 nuovi contagi!
Ancora una volta: molto dipende da noi, dal comportamento di ciascuno di noi.

* Vice sindaco di Jesi e immunologo

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