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GENGA “LIBERETÀ”, TRA SANITÀ PUBBLICA E NON AUTOSUFFICIENZA

«Servono cure giuste, eque e dignitose, e risposte concrete», ha commentato Antonella Pezzullo, segretaria nazionale dello Spi Cgil

GENGA, 4 dicembre 2019 – Si è svolta stamattina la festa provinciale di LiberEtà, “la rivista dello Spi che informa la famiglia”.

LiberEtà è la rivista del Sindacato dei Pensionati che informa sull’attività sindacale che si svolge a livello nazionale e nella quale gli iscritti possono dare il loro contributo con articoli, poesie, ricordi.

Al ristorante “Francesco” alle 10 ha aperto i lavori Domenico Sarti, segretario generale Spi Cgil Ancona.

All’interno della festa si è tenuta una tavola rotonda su “Sanità pubblica e non autosufficienza”.

Moderatrice la giornalista Veronique Angeletti, con interventi di Daniela Barbaresi, Fabio Salvi, Claudio Maria Maffei e Antonella Pezzullo.

«Il convegno odierno – ha commentato Sarti – ha affrontato il tema della sanità nell’Area Vasta 2. Sono emerse problematiche serie, in primis a causa di un cattivo rapporto tra sanità e cittadinanza che non viene coinvolta nelle scelte della prima, ignorando il territorio».

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«Questa tavola rotonda – commenta la moderatrice – ha portato a galla di fronte alle persone tutte le problematiche di cui si dibatte nella stampa e ha mostrato come la sanità non sia abbastanza vicina e non dia risposte ai pazienti, perché bloccata già nella sua stessa organizzazione . Gli anziani in particolare sono fragili e hanno bisogno di assistenza. I sindacati, inoltre, sono i primi interlocutori con cui la politica deve interfacciarsi per trovare soluzioni».

Dopo un pranzo a base di cucina tipica, musica dal vivo e consegna di un attestato di merito a coloro che nelle leghe della provincia di Ancona collaborano per la diffusione della rivista.

Daniela Barbaresi, segretaria generale Cgil Marche, ha commentato il topic della mattinata: «La Regione deve ragionare sui problemi reali e deve chiedersi come garantire servizi adeguati in base ai bisogni delle persone a partire da quelle anziane, non autosufficienti e delle aree interne, che hanno gli stessi diritti delle altre».

Anche lei, come la giornalista, ha menzionato la questione emergenza-urgenza, e ha parlato delle cure primarie e intermedie e dell’organizzazione degli ospedali.

«Il punto più scottante, comunque – conclude – resta quello dell’integrazione tra servizi ospedalieri e territoriali».

Antonella Pezzullo, segretaria nazionale dello Spi Cgil, si occupa di sanità e politiche sociali. «Il nostro sindacato – ha detto – rappresenta gli ultra-65enni, ovvero i più grandi consumatori di sanità, per questo lo Spi è in prima linea per dibattere di questi argomenti. Quello sanitario è un sistema a rischio a causa dei definanziamenti che ha subìto negli ultimi anni, e ora sta andando incontro a un’inevitabile trasformazione che lo renda più vicino ai bisogni di una popolazione profondamente cambiata, che necessita di risposte concrete. La sanità deve dunque decentrare le proprie risorse e competenze e il proprio sapere anche nei territori più piccoli e distanti dalle grandi realtà ospedaliere. Dovremmo anche parlare di prevenzione, così da vivere a lungo e nel miglior modo possibile. Quando poi ci sia ammala, si dovrebbero avere cure giuste, eque e dignitose».

Mina Fortunati, segretaria generale della lega del territorio di Fabriano dello Spi e componente della segreteria provinciale, ha fatto notare come la politica regionale stia sottraendo servizi soprattutto alle aree interne.

«Manca personale negli ospedali, – ha spiegato – chi va in pensione non viene rimpiazzato. I giovani parallelamente si allontanano, e i numerosi servizi di cui si ha esigenza non ottengono abbastanza attenzioni. L’ospedale di Fabriano viene continuamente depauperato di servizi e reparti».

(e.o.)

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