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La polemica Contratto Atim – Aeroitalia, Mangialardi: «Rischio boomerang»

Brandoni e Acquaroli traggano le conseguenze del loro comportamento, occorre trovare una soluzione per mettere in sicurezza i conti della Regione dalla maxi richiesta di risarcimento danni da 25 milioni di euro»

Ancona – La pubblicazione del contratto tra Atim e Aeroitalia ha fatto emergere e messo in chiara luce due bugie imperdonabili dell’assessore Brandoni e dunque dell’intera Giunta Acquaoli, Presidente compreso.

1. La prima, gravissima menzogna, è quella relativa alla “corresponsione di somme di denaro pubblico”.  La Giunta Acquaroli ha dichiarato formalmente dinanzi all’Assemblea legislativa delle Marche nella seduta 129 del 13 novembre che il contratto siglato tra Atim e Aeroitalia non prevedeva alcuna “corresponsione di somme di denaro pubblico”. Questa affermazione è clamorosamente smentita dall’art. 4 “Corrispettivi e fatturazione” del contratto datato 31 luglio 2023 dove non solo si mette nero su bianco in modo inequivocabile che Atim avrebbe versato 750 mila euro nelle casse di Aeroitalia, ma addirittura vengono ripartite in quattro tranches con scadenze temporali precise le fatturazioni e viene anche indicato l’indirizzo di fatturazione presso una casella mail di un funzionario regionale.

Che queste somme siano denaro pubblico non è dubitabile, a meno di non voler credere che il direttore Bruschini o chi per lui avrebbe pagato di tasca propria il costo del contratto di servizi. Gli amministratori regionali, per giunta, hanno impegnato una cifra importante – 750 mila euro – sotto clausola di riservatezza: alla faccia della trasparenza!

2. La seconda, imperdonabile bugia è quella relativa alla (presunta) assenza di relazione con i voli. Anche qui, sempre nella medesima seduta 129 del 13 novembre, l’assessore Brandoni aveva garantito che il contratto “non aveva alcuna connessione con i voli operati da Aeroitalia presso l’Aeroporto Sanzio”.

Ma come? Ma se il contratto è relativo al brand “Let’s Marche” e alla sua pubblicizzazione, che è avvenuta appunto attraverso appositi adesivi apposti sui voli operati da Aeroitalia presso l’Aeroporto Sanzio!

Inoltre, risulta imbarazzante la clausola di riservatezza inserita all’art. 8: un Nda attraverso il quale si descrivono come confidenziali (!) i termini dell’accordo, vietando addirittura contestualmente pubbliche dichiarazioni di esponenti, rappresentanti e dipendenti di Atim e Aeroitalia.

Cosa c’è da nascondere in modo così furtivo in un accordo del genere, forse la palese violazione delle normative europee sugli aiuti di Stato?

Ad ogni modo, risulta ingiustificabile aver nascosto ai cittadini marchigiani le modalità con cui sono stati impegnati 750 mila euro provenienti dalle tasche degli stessi cittadini marchigiani. Brandoni e Acquaroli traggano da soli le conseguenze: si tratta di circostanze gravissime che non possono essere in alcun modo sminuite. Ne va della credibilità delle istituzioni.

Bisogna ora concentrarsi su come mettere in sicurezza i conti di Regione Marche dalla maxi richiesta di risarcimento, che sarà valutata dal Foro competente di Roma (come scritto nel contratto).

Cosa accadrebbe se in sede di controversia legale un giudice ammettesse come valide le ragioni della compagnia aerea condannando Atim (che è un ente di diritto pubblico regionale al 100%) al pagamento di 25 milioni di euro?

Questa operazione rischia di mettere in seria difficoltà l’intera sostenibilità economica dei conti di Regione Marche: siamo alla irresponsabilità pura.

Sarà ora necessario trovare soluzioni per porre rimedio all’avventatezza con la quale Atim ha deciso di sottoscrivere questo contratto che rischia di trasformarsi in un boomerang dalla conseguenze devastanti.

Maurizio Mangialardi

Capogruppo Pd Consiglio regionale

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