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Cronaca

Jesi Aggredita e insultata, per lui scatta il braccialetto elettronico

Esecuzione della misura cautelare per uno jesino di 67anni, prescrizione di permanere a una distanza di almeno 500 metri e divieto assoluto di comunicazione con la donna perseguitata anche con 40 telefonate al giorno

Jesi – Al termine dell’attività investigativa, espletata dal personale di Polizia Giudiziaria del Commissariato di Jesi, diretto dal vice questore Paolo Arena e coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ancona, veniva data esecuzione all’ordinanza emessa dal Gip di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento alla persona offesa con applicazione del braccialetto elettronico nei confronti di uno jesino 67enne.

Il fatto

L’indagine aveva origine dalla ricezione da parte del Commissariato di Jesi di un certificato medico del pronto soccorso del “Carlo Urbani” che attestava le lesioni patite da una donna a seguito di aggressione fisica con una prognosi di 30 giorni.

Successiamante ascoltata, indicava quale autore della violenza un uomo di cui stava approfondendo la conoscenza. Dapprima, non sporgeva querela convincendosi, tuttavia, a farlo in un secondo momento.

Dal racconto emergeva la violenta condotta dell’uomo il quale, a partire dal marzo di un anno fa, per persuaderla ad andare a vivere con lui, la chiamava insistentemente al cellulare arrivando a fare anche 40 telefonate al giorno.

Per tali motivi la donna bloccava il suo numero. Non potendola contattare al telefono, nel mese di luglio si recava sotto la sua abitazione suonando ossessivamente il campanello e, non ricevendo risposta raggiungeva l’abitazione della sorella di lei al fine di acquisire informazioni sui suoi spostamenti.

Nell’ottobre scorso la donna, che si era recata a casa dell’uomo per riprendere la propria bicicletta, veniva aggredita fisicamente, oltre che apostrofata malamente, tanto che si erano rese necessarie le cure del pronto soccorso da dove veniva dimessa, appunto, con una prognosi di un mese.

Spossata dalle vessazioni, finalmente denunciava tutto l’orrore che le stava accadendo evidenziando come l’uomo, nonostante la grave condotta messa in atto sino all’aggressione, continuasse imperterrito coi suoi tentativi irrazionali di contatto non mancando di offenderla pesantemente in ogni occasione in cui la incontrava.

L’attività investigativa espletata dagli agenti del Commissariato, faceva emergere la pericolosità sociale dell’uomo, specie per l’ossessiva ricerca di contatto con la donna e con le persone legate da relazione affettiva alla stessa, consentendo di acquisire elementi di responsabilità penale a suo carico.

A seguito dell’informativa di reato il Gip, su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ancona, adottava la misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare e divieto di avvicinamento alla persona offesa. All’uomo è stato applicato, altresì, il braccialetto elettronico.

«Il Dirigente del Commissariato, dott. Paolo Arena, sollecita le vittime di reati in tema di violenza domestica a denunciare i fatti, rompendo quel muro di silenzio che contribuisce solo a isolarle sempre di più in modo da non aver alcuna alternativa: «L’alternativa c’è – sottolinea il vice Questore – e consiste nel riporre fiducia nell’operato tempestivo e risolutivo delle Forze di Polizia in piena condivisione con la Procura».

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