Segui QdM Notizie

Cronaca

JESI CAPORALATO: I CARABINIERI ARRESTANO UN PAKISTANO, ALTRI TRE DENUNCIATI

JESI, 28 settembre 2017 – Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, in altri termini caporalato.

Un fenomeno nuovo per la Vallesina. L’operazione è stata illustrata dal comandante Maggiore Benedetto Iurlaro.

cucina dove i pakistani preparavano il cibo

I carabinieri di Staffolo, quelli del Nucleo Ispettorato del lavoro di Ancona e del Nor della compagnia di Jesi da circa un anno si stavano occupando del fenomeno e ieri hanno arrestato un pakistano 34enne, M.A., titolare di una ditta individuale dedita ai lavori agricoli che operava in tutta la provincia di Ancona con oggetto ‘manodopera per il mondo agricolo’.

dormitorio

I militari della stazione di Staffolo diretti dal luogotenente Pasquale Cerfolio e quelli dell’Ispettorato del lavoro di Ancona diretti dal maresciallo maggiore Stefano Petrozzi avevano avviato da tempo una serie di pedinamenti, supportati dai colleghi di Jesi, volti ad accertare la vera attività dell’arrestato.

Il pakistano, residente a Staffolo, aveva realizzato una vera e propria agenzia per il lavoro, senza averne requisiti, reclutando manodopera destinata al lavoro presso terzi, per lo più aziende vinicole, in condizione di sfruttamento, stupulando contratti a 7 euro all’ora, anziché 9,96 come prevede la legge, e restituendo ai lavoratori solo 5 euro.

I lavoratori, in tutto 9, rifugiati politici e richiedenti asilo, abitavano in due casolari fatiscenti, ed in condizioni davvero disumane, uno a Santa Maria Nuova – dove aveva anche legalmente sede l’azienda –  l’altro a Staffolo. Pagavano 50 euro al mese per dormire ed altre 50 per mangiare. I lavoratori avevano un ‘contratto’ di lavoro alcuni per 4 ore, altri per 6, altri per 8 e non sempre percepivano quanto pattuito. La ditta pakistana sembra non fornisse prospetti di busta paga ne ovviamente versava alcun tipo di contributo.

Due lavoravano completamente in nero.

Durante le fasi investigative, oltre alla responsabilità dei titolari delle aziende agricole che hanno impiegato manodopera in condizioni si sfruttamento, le aziende comunque rischiano solo sanzioni amministrative, è stata accertata la complicità anche di un altro pakistano che collaborava attivamente.

Ora M.A. è a Montacuto e rischia da 5 a 8 anni di reclusione oltre ad una ammenda che va da 1000 a 2000 euro per ogni lavoratore reclutato.

Il mezzo, un Fiat Vis utilizzato per il trasporto degli operai è stato sequestrato.

(e.s.)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

News