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Cronaca

JESI NEL RICORDO DEI “MARTIRI DEL XX GIUGNO” 1944, COMMEMORAZIONE AL CIPPO E IN COMUNE

co1JESI, 21 giugno 2016  –  Il 20 giugno del 1944 viene ricordato come il giorno nel quale si consumò una delle più efferate stragi nazi-fasciste, avvenuta nella zona di Montecappone.

Il 72mo anniversario di quella tragica vicenda che vide 7 giovani passati per le armi, dopo un rastrellamento, perché accusati – per la delazione di una insospettabile spia – di essere partigiani, è stato momento di condivisione, ieri, sia nel luogo dell’eccidio che in Comune.

I “Martiri del XX Giugno”, come vennero poi chiamati, sono stati ricordati nel corso di una cerimonia in una affollata aula consiliare, alla quale hanno partecipato il sen. Antonio Pizzinato, che con le sue parole ha fatto rivivere quel giorno, il sindaco Massimo Bacci, il vice Luca Butini, autorità civili, militari, associazioni.

I loro nomi, scolpiti nel cippo commemorativo che completa il monumento, testimoniano, a distanza di tanti anni, l’orrore di una lunga stagione di soprusi e di guerre. Un evento di morte che non fu l’unico in quegli anni di terrore e di sacrifico per tante vite che si immolarono in nome della libertà e della democrazia.

Il monumento ai Martiri del XX Giugno in via Montecappone

Il monumento ai Martiri del XX Giugno in via Montecappone

Armando e Luigi Angelini, 25 e 18 anni,  Francesco Cecchi e Alfredo Santinelli, entrambi di 18 anni, Mario Saveri, 23, tutti di Jesi. Quindi, due carabinieri: Calogero Grasceffo, di Agrigento ed Enzo Carboni di Santa Eufemia d’Aspromonte (Rc). Torturati, passati per le armi e i loro corpi di nuovo offesi con brutale accanimento.

In Comune le note del Silenzio, scandite dalla tromba, hanno aperto la commemorazione preceduta dall’intervento del Sindaco il quale ha ricordato, come disse 4 anni fa, da poco eletto,  che “la memoria di questi giovani la si onora prima di tutto con comportamenti etici. Perché il ricordo del loro sacrificio non si esaurisce con una semplice cerimonia il 20 giugno di ogni anno ma, specialmente per chi ha ruoli istituzionali, con azioni quotidiane limpide e coerenti, con grande onestà e forte senso del dovere, con il rispetto dei cittadini, in particolare i più fragili, e del bene pubblico”.co3

Bacci ha voluto anche allargare il discorso alla scadenza del proprio mandato (le elezioni si terranno la prossima primavera) sottolineando che “perché credo in questi valori e in questa coerenza morale a quanti mi chiedono se mi ricandiderò rispondo che lo valuterò dopo una attenta riflessione personale, per capire se ho ancora forte quello spirito di servizio che mi ha animato quando mi sono presentato sulla scena politica, se ho ancora lo stesso entusiasmo malgrado 4 anni comunque pesanti e di sacrifici. Se percepisco un comune sentire“.

Hanno partecipato anche due studenti del “Galilei“, Edoardo Bernardini e Alessio Petrellini, accompagnati dall’insegnante Carla Tiberi, che hanno letto brani collegati agli avvenimenti di quel tragico giorno.

(p.n.)

 

 

 

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