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JESI Cyberbullismo: studenti online per #cuoriconnessi, c’era anche il “Galilei”

I'iis galilei per cuoriconnessi

Diretta streaming da Roma, con Luca Pagliari, altra scuola marchigiana scelta per l’evento, il liceo Classico Linguistico “G. Leopardi” di Macerata

JESI, 10 febbraio 2021 – C’è anche l‘Iis Galilei di Jesi tra i 265.915 studenti online ieri mattina per la diretta streaming da Roma di #cuoriconnessi l’evento per il contrasto al cyberbullismo che vede scendere in campo Polizia di Stato e le scuole di mezza Italia da nord a sud. E per prevenire e sensibilizzare su questo fenomeno che miete vittime tra gli adolescenti l’obiettivo futuro sarà connettere tutte le 8mila scuole italiane.

L’Istituto di Istruzione Superiore “G.Galilei di Jesi e il liceo Classico Linguistico “G.Leopardi” Macerata sono le due scuole marchigiane scelte per #cuoriconnessi con Luca Pagliari in diretta dal polo tuscolano, sede nazionale della Polizia Postale nel giorno dedicato al “Safer Internet Day”. A prendere la parola per primo il capo della Polizia di Stato, Franco Gabrielli: «La nostra ragione d’essere è proprio quella di essere al servizio della comunità e in questo contesto non possiamo non guardare al futuro, ai ragazzi» A rimarcare invece il ruolo fondamentale della scuola è stato il capo delle risorse umane e finanziarie del Miur, Giovanna Boda.

«Grazie a tutti i dirigenti e agli insegnanti che non si sono arresi – ha esordio -, coltiviamo l’empatia, la resilienza insieme alla competenza digitale». Non ultimo la Boda ha ricordato l’arma più potente contro uno dei mali del nostro secolo, il cyberbullismo: l’amicizia.

Prevenzione e repressione devono camminare insieme ha aggiunto il prefetto Franco Gabrielli. «L’utilizzo anche criminale del web è una questione che ci interroga» ha sottolineato. Da qui l’investimento di cuori connessi che va oltre i dati, le denunce, gli arresti.

«Il bullismo c’è sempre stato, ma con il web non si può cambiare città, dovremmo cambiare pianeta» ha sottolineato Gabrielli evidenziando come il web non sia in realtà un’esperienza confinata alle sole mura di casa. A ricordarne i rischi è stata anche Nunzia Ciardi numero uno della Polizia Postale nazionale: «L’ecosistema virtuale deve essere sì libero, ma non selvaggio. La scuola ci permette di percorrere insieme questa strada. Dobbiamo essere consapevoli, perché i rischi sono altissimi».

Spaccati di vite online tra bullismo e cyberbullismo. Storie vere di giovani e il loro rapporto con la tecnologia e la rete. Si tratta di #cuoriconnessi che grazie all’apporto anche di privati cone Unieuro ha distribuito gratuitamente 200mila copie dell’omonimo libro donato in omaggio anche agli studenti del biennio dell’Iis Galilei. Una raccolta di storie di bullismo e cyberbullismo che si intrecciano ai ricordi di chi non c’è più.

Alessia, giovane vittima sarda di un “medioevo tecnologico” spiega Pagliari, proprio quella tecnologia che non dovrebbe creare isole, ma ponti. Lacrime versate nella solitudine senza dire nulla ai propri genitori.

«Credere che un gatto nero porti sfortuna è da sciocchi, pensare che una ragazza porti sfiga è criminale» ha commentato Pagliari spiegando come la “banalità del male” di Anna Arendt sia sempre in agguato. E poi la testimonianza di Camilla e il suo calvario iniziato con la scuola superiore con un busto da portare giorno e notte a cui sono seguiti insulti prima, calci poi. Camilla è finita in ospedale, non per la violenza fisica, ma per un male diagnosticato come “mal di vivere”.

E poi Sofia che a 18 anni sente la sua vita come “spaccata in due”. «È come se avessi vissuto due volte» afferma la giovane vittima. Testimonianze, ma anche ricordi. Carolina Picchio non c’è più…ed è Luca Pagliari a riportarla alla memoria in tutto il suo coraggio. Pagliari che ricorda agli studenti collegati di mezza Italia quanto i giudizi pesino sulle vittime come macigni e poi la solitudine e quanto sia importante e delicato il ruolo dei docenti. Su questo ultimo punto sono d’accordo anche i rappresentanti della Polizia di Stato della Polizia Postale Marche guidati dalla dirigente Cinzia Grucci che all’Iis Galilei di Jesi hanno risposto alle varie domande dei ragazzi.

«Il messaggio che la Polizia vuole dare ai ragazzi è quello di parlare, di non sentirsi soli, di avere sempre vicino un amico, la Polizia».

«Necessario – ricorda la Polizia Postale delle Marche – è segnalare». Prevenire sempre, piuttosto che curare. Ed è per questo che l’Iis Galilei di Jesi che ha voluto fortemente questo evento per i propri ragazzi di prima e seconda dell’Istituto superiore. Un percorso iniziato in classe con un semplice test somministrato dalla professoressa di Informatica, Maria Laura Romagnoli, ed elaborato dalla Commissione Prevenzione Bullismo coordinata dalla professoressa Barbara La Rossi.

Ora l‘auspicio è quello di proseguire su questa strada. A dirlo è lo stesso dirigente scolastico del Galilei, Luigi Frati, che ha sottolineato quanto sia importante conoscere per sapersi muovere e difendere nel web.

«Fondamentale è apprendere dalle testimonianze e da chi ogni giorno è a contatto con questa realtà, come la Polizia Postale, che ha portato nelle nostre aule preziose conoscenze per i nativi digitali. Essere più consapevoli per un internet migliore può evitare non solo vittime, ma anche reati. E l’invito è sempre quello di confidarsi e rompere il silenzio. La prevenzione al bullismo e al cyberbullismo al Galilei non si fermerà certo qui».

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