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Cronaca

Jesi Disagio giovanile, Rudi Curzi: «Serve un nuovo modo di guardare i legami sociali»

La risoluzione del consigliere comunale di Con Senso Civico impegna a promuovere azioni affinché si sviluppi una comunità “che ripara” riducendo il senso di insicurezza, favorendo un maggior benessere dei cittadini, implementando la cultura della legalità

Jesi, 28 gennaio 2023 – Giovedì scorso in Consiglio comunale si è discusso della questione del disagio giovanile, spesso impropriamente associato al fenomeno delle cosiddette baby gang.

In una risoluzione a firma Rudi Curzi del gruppo consiliare di maggioranza Con Senso Civico si specifica che «nella nostra città non sono presenti manifestazioni assimilabili a tale definizione e che l’utilizzo di un certo linguaggio fomenta il senso di timore nella società».

«Ci si impegna, inoltre, a promuovere azioni affinché si sviluppi una comunità “che ripara” cioè capace di accogliere un nuovo modo di guardare i legami sociali riducendo il senso di insicurezza, favorendo un maggior benessere dei cittadini implementando la cultura della legalità».

Rudi Curzi

«Con Senso Civico e la maggioranza tutta intendono andare avanti con gli impegni della risoluzione, superando il contenuto di una mozione poi rinviata su iniziativa dello stesso proponente, il consigliere di opposizione Sorana. Nello specifico, quindi, intendiamo sostenere i percorsi educativi già previsti nei piani dell’offerta delle scuole cittadine, per il rispetto dell’altro e contro la violenza di genere; favorire le attività di socializzazione come sport, doposcuola, spazi protetti affinché si possa procedere alla costruzione di una comunità educante e sicura, fatta di relazioni».

«A tutti gli interventi già previsti aggiungiamo uno strumento che traiamo dalla Giustizia Riparativa che favorisce il maggior benessere dei cittadini implementando una città sicura ma anche garantendo assistenza alle vittime e basato sulla costruzione di legami; per questo potremo ricorrere a progetti già in atto (dal 2002 in via sperimentale poi stabilizzato, riconosciuto e strutturato dal 2012) della Regione Marche senza un ulteriore esborso finanziario da parte del Comune di Jesi ma avvalendosi del Centro di mediazione penale e di Giustizia riparativa».

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