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Cronaca

Jesi Deceduto Franco Morici, con lui scompare un grande interprete della jesinità

Se ne va un volto buono della città, il Sanpietrino doc, l’attore, il ricordo del sindaco Fiordelmondo

Jesi, 27 gennaio 2023 – «Questa mattina mio padre Franco Morici, detto Zizzo, ha lasciato questo mondo per riabbracciare la sua adorata mamma Caterina e gli amici che lo hanno preceduto, costantemente nel suo cuore fino alla fine», così la figlia Gioia ha annunciato stamattina sui social la scomparsa del padre Franco, 87 anni, conosciuto da tutti, appunto, come Zizzo.

I funerali si terranno domani, sabato 28 gennaio, presso la chiesa di San Pietro Martire, alle 15.30.

Jesi piange la scomparsa di un volto buono, che ha portato la jesinità in giro per l’Italia, durante la giovane carriera da attore, per poi fare ritorno ai luoghi amati dell’infanzia e dedicarsi anche all’insegnamento e all’allenamento di tanti ragazzi jesini.

«Finché ha potuto ha chiesto notizie della sua amata Jesi, dei suoi ex alunni e di quanti lo conoscevano, raccomandandosi con tenerezza: “Salutami tutti”», ha raccontato la figlia.

«Io non canto ma decanto con la rima e con il metro, appartengo, e me ne vanto, al rione de San Pietro». Con queste rime Franco Morici aveva aperto l’intervista a Qdm Notizie, qualche anno fa, quando ad intervistarlo era stata proprio la figlia Gioia.

Sanpietrino doc, Franco Morici, vent’anni, aveva fatto il grande salto a Roma, dopo il provino all’Accademia d’Arte Drammatica che gli aveva permesso l’accesso al Centro Sperimentale di Cinematografia. Tra i suoi insegnanti c’erano Andrea Camilleri, Orazio Costa, Elena Da Venezia e in classe con lui Marco Bellocchio, Stefano Satta Flores, Paola Pitagora, Raffaella Carrà. Con la sua personalità poliedrica riusciva a strappare un sorriso a tutti, portando la sua impronta di jesinità. Dopo il diploma, la partecipazione a film importanti con Totò e Alberto Sordi, Franco e Ciccio, anche Valeria Moriconi lo volle con lei per mettere in scena I miserabili a Napoli.

Dopo diversi anni a Roma, il ritorno alla sua Jesi, per mettere su famiglia e dedicarsi al lavoro di insegnante di educazione fisica e allenatore di calcio, allenò anche la prima squadra della Jesina e legandos con i due più grandi interpreti del dialetto della città: Martin Calandra e soprattutto Aurelio (Lello) Longhi, fu a capo della omonima filodrammatica.

«Per la mia città, che amo, ho avuto il piacere di fare qualcosa di unico e speciale: ho recitato la jesinità. E questo mi riempie il cuore» così aveva concluso l’intervista.

«Se ne va un autentico interprete della jesinità – lo ha ricordato il sindaco Lorenzo Fiordelmondo – a cui tutti quelli che lo hanno conosciuto erano affettuosamente legati. Ci resterà il suo sorriso, le risate che ci ha regalato a teatro, quel forte amore per la sua città e per le sue tradizioni che lo rendono a suo modo un limpido protagonista della storia di Jesi».

Ciao Zizzo, porta la tua jesinità anche in questo nuovo viaggio.

(t.f.)

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