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Cronaca

JESI Dura polemica di Pierluigi Bocchini: «Di questo passo rischiamo di perdere Amazon»

Il presidente di Confindustria Ancona: «Dopo mesi ci troviamo ancora a commentare una vicenda che, lontana dalla sua conclusione, rischia di finire in una bolla di sapone»

JESI, 24 marzo 2022 – «Continuo a ricevere sollecitazioni da parte miei colleghi imprenditori associati a Confindustria Ancona per un nostro intervento diretto su una questione che rischia di diventare l’ennesimo fallimento delle politiche di sviluppo economico del nostro territorio, un fallimento che non possiamo assolutamente permetterci, specie in una fase congiunturale dell’economia locale, nazionale e internazionale così critica», non fa sconti Pierluigi Bocchini, presidente di Confindustria Ancona intervenendo su quello che ormai si può definire “il caso Amazon”.

Confindustria Ancona valuta la piattaforma logistica di Amazon prevista nell’area della Bassa Vallesina (a Jesi, in zona Coppetella) come un’occasione fondamentale e irrinunciabile di rilancio per l’economia non solo per l’intera provincia di Ancona ma per tutta la regione.

Sono infatti indiscutibili i vantaggi in termini di rafforzamento e rilancio di altre infrastrutture presenti nella stessa area come aeroporto, porto e ferrovia per non parlare dei benefici che potrebbero derivare allo stesso Interporto, mai decollato nonostante le tante risorse investite negli anni, a testimonianza di un’azione politica che non ha saputo individuare le giuste traiettorie per sfruttare a pieno le enormi potenzialità del progetto logistico.

L’investimento di Amazon porterebbe non solo posti di lavoro, diretti e indiretti, ma anche un nuovo e fondamentale ruolo della Vallesina e della provincia, nella logistica intermodale di tutto il centro Italia, grazie alla valorizzazione della struttura Interporto. Senza contare alle possibilità di nuove commesse che tutte le aziende del territorio potrebbero avere grazie a un investimento stimato in diverse centinaia di milioni.

«Per tutti questi motivi – continua il presidente di Confindustria Ancona – ho seguito costantemente il processo di avvicinamento alla conclusione dell’accordo, fiducioso che tutte le istituzioni stessero lavorando di concerto per il raggiungimento di un obiettivo che avrebbe potuto portare solo vantaggi a tutti noi che viviamo in questa regione. Dopo mesi ci troviamo invece ancora a commentare una vicenda che, lontana dalla sua conclusione, rischia di finire in una bolla di sapone per le solite e ben note prassi della irragionevole burocrazia che regna su ogni processo autorizzativo nel nostro Paese».

I fatti degli ultimi giorni, la dura presa di posizione del sindaco di Jesi che ha il delicato ruolo di completare l’iter burocratico, fanno emergere una realtà paradossale. Atti amministrativi praticamente completati, autorizzazioni ottenute, accordi economici raggiunti, ma nonostante tutto non si riesce a scrivere l’ultima parola su questa vicenda, anzi l’unica parola sarà quella della morte del progetto.

Nessuna parola dall’Amministrazione regionale ma tante, forse troppe parole del presidente di una società, quella di Interporto, partecipata quasi interamente dalla stessa Regione Marche. Confindustria Ancona si chiede, dunque, se il futuro dell’economia di questo territorio possa essere condizionato da questo balletto che da mesi gira intorno alla società Interporto senza che nessuno sia riuscito, con i fatti e non con le parole, a risolvere i problemi sollevati e le incomprensioni che a questo punto sembrano poter determinare il fallimento dell’operazione Amazon.

«Sarebbe troppo facile far passare un fallimento così clamoroso come il risultato di una querelle burocratica tra un privato e una società pubblica quale è Interporto – conclude Bocchini -.  Spetta alla politica il compito di indicare la via per superare i problemi e perseguire il bene comune del nostro territorio e delle nostre imprese. Non sono certo che ci sia ancora il tempo per ricomporre la questione e portare il progetto al suo compimento. Spetta però alla politica, tutta, tentare ogni strada per cercare di far rimanere in vita il progetto e garantire una formidabile possibilità di crescita alla nostra gente e alle nostre imprese».

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