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Cronaca

Jesi E quel giorno venne: 20 luglio 1944, la Liberazione

La cerimonia del 78° anniversario questa sera alle 21 agli Orti Pace con la deposizione di una corona al monumento ai Bersaglieri

Jesi, 20 luglio 2022 – Si terrà questa sera alle 21 agli Orti Pace di via Setificio la cerimonia per ricordare il 78° anniversario della Liberazione di Jesi

Al monumento ai Bersaglieri verrà deposta una corona al cospetto di cittadini, autorità civili e militari, associazioni combattentistiche e d’arma.

Il monumento ai Bersaglieri situato negli Orti Pace

ll monumento è opera dello scultore Giuseppe Campitelli, inaugurato 37 anni fa in ricordo della battaglia di Montegranale. L’opera onora anche il bersagliere Giuseppe Riccardi, medaglia d’oro al valor militare alla memoria, poi inquadrato nella divisione parà Nembo del Cil, Corpo italiano di liberazione.

Il 20 luglio 1944

Quello che accadde il 20 luglio 1944 lo ricordò il giornalistastorico locale Giuseppe Luconi nel suo libro L’anno più lungo.

La notte fra il 19 e il 20 luglio 1944 è veramente la più lunga e la più sofferta, perché la popolazione rimasta in città si rende conto che ci si trova ormai all’ultimo atto, quello decisivo. Si cerca disperatamente una risposta all’interrogativo che, nei rifugi, negli scantinati, dove si veglia, si legge negli occhi di tutti: cosa faranno i tedeschi? Resisteranno sull’Esino, difenderanno Jesi o lasceranno la città senza combattere, evitandole nuovi e più grossi sacrifici?“.

“Data la posizione di Jesi, i più propendono per un disimpegno da parte tedesca, e la cosa appare certa quando agli scoppi provocati dai tiri delle opposte artiglierie si frammischiano le esplosioni dei guastatori nazisti, che fanno saltare il ponte San Carlo, il ponte Pio, i ponticelli di via Marconi, via Colocci e via XXIV Maggio, e il ponte sulla Granita, in via Garibaldi, con il chiaro scopo di ritardare l’avanzata degli alleati e favorire lo sganciamento delle truppe tedesche…”.

Gli Alpini entrano a Jesi

All’alba il generale Utili si trova sul crinale fra il Musone e l’Esino per vedere da dove tirano gli 88 tedeschi. Poi l’ordine: Avanti gli alpini. Sono le 6 del mattino. La 3ª Compagnia del battaglione alpini “Piemonte”, comandata dal capitano Barbieri, attraversa per prima il fiume ed entra a Jesi… I pochi abitanti che sono rimasti a Jesi – riferisce Il Piave, settimanale dei soldati italiani dell’Ottava Armatarimangono dapprima stupiti di trovarsi di fronte ai nostri gagliardi fanti della montagna. Essi non immaginavano che la conquista della città potesse essere così repentina, non solo, ma che fossero proprio reparti italiani a liberarla. Però, dopo il primo attimo di sbalordimento, la loro gioia si manifesta in pieno ed i nostri soldati vengono letteralmente portati in trionfo mentre dalle finestre cominciano a sventolare i primi tricolori”.

I primi “Liberatori” che misero piede a Jesi furono gli alpini che facevano parte del Cil i quali scelsero una strada diversa per entrare in città, mentre i bersaglieri arrivarono da Montegranale, incontrando la resistenza dei tedeschi, gli alpini percorsero la strada principale senza incontrarne.

(Redazione)

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