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COVID-19 Emergenza e lavoro, imprenditori tra dubbi e ottimismo

Timori e speranze di Alberto Andreoli (Jesi), Francesca Sparapani (Cupramontana), Francesca Maccioni (Cingoli)

VALLESINA, 5 aprile 2020 – Fronteggiare l’emergenza sanitaria ma guardare il futuro con ottimismo.

«La Tv e i giornali parlano solo dell’emergenza sanitaria: il problema c’è ma dobbiamo pensare anche al futuro e guardarvi con ottimismo»: non ha dubbi Alberto Andreoli, imprenditore jesino nel mondo dell’immobiliare.

«L’allarmismo non serve: l’emergenza è massima ma il futuro ci sarà – continua -. Io ho undici dipendenti, il settore immobiliare ha un indotto enorme. La situazione attuale è seria ma penso che sia utile trasferire tranquillità: la politica deve essere realistica altrimenti quando ripartiremo saremo in enorme difficoltà. L’Italia è un Paese di risparmiatori ma se non si mantiene il tessuto produttivo e ci si chiude a riccio, poi staremo tutti fermi».

Le attività sono chiuse da settimane ormai e tra gli imprenditori non manca la preoccupazione.

«Le piccole e medie imprese sono il cuore pulsante dell’economia del nostro territorio: queste realtà devono avere risposte. Quando si riaprirà – prosegue Andreoli – occorrono organizzazione e idee chiare, altrimenti rischiamo di restare indietro. Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha alzato la voce con l’Europa ma occorre vedere che tipo di risposta ci sarà».

Chiusure forzate ma servizi comunque offerti per quel che è possibile: «Offriamo consulenza per chi in questo momento ha dubbi sui contratti di affitto: al numero fisso dell’agenzia è possibile parlare con gli operatori e avere le risposte necessarie».

Un pensiero anche ai giovani che negli ultimi mesi avevano avviato attività commerciali: «Penso alle attività di via Pergolesi, tornata a vivere grazie all’impegno di molti giovani: a questi ragazzi servono risposte».

Francesca Sparapani ha un’azienda agricola e un’attività di ristorazione a Cupramontana: «L’azienda agricola al momento riesce a lavorare ma l’attività di ristorazione no e non sappiamo quando riapriremo – spiega -. Stiamo pensando di organizzarci in qualche modo per stare vicino alla clientela. In futuro, forse, ci sarà voglia di tornare alla normalità ma occorre fare attenzione: il Presidente Conte ha detto che dobbiare stare in allerta per evitare ricadute. Più si va avanti più si rischiano, però,  in ambito economico. Abbiamo richiesto gli aiuti per il mese di marzo ma navighiamo in alto mare in questo momento: per fortuna che gli italiani sono un popolo di risparmiatori».

Fondamentale risposndere all’emergenza: «Penso che in questo momento sia fondamentale affrontare l’emergenza, per il futuro serve ottimismo, certo, questo tipo di approccio serve sempre per tutti, non solo per chi ricomincerà a lavorare».

Tanti dubbi anche per Francesca Maccioni, titolare di un’azienda di mobili a Cingoli: «Brancoliamo nel buio, certezze al momento non ce ne sono: non sappiamo quando riapriremo e credo che finché non sarà possibile spostarsi senza problemi sarà difficile tornare alla normalità».

Un settore anche quello dei mobili che ha un indotto importante con ricadute a cascata: «D’altro canto dobbiamo tenere conto che se ci si muove prima del tempo rischiamo una ricaduta che economicamente metterà in ginocchio davvero molte imprese. Le incognite sono molte, è difficile essere tranquilli in questo momento. Gli aiuti adesso ci sono ma viene inevitabile chiedersi se ci saranno per tutti e per quanto ne avremo bisogno. L’unica speranza è che questa fase passi presto, poi vedremo come riprendere le attività».

Eleonora Dottori

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