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Cronaca

JESI Emergenza smog: già 7 sforamenti dall’inizio di gennaio

Il report di Legambiente sull’inquinamento atmosferico

JESI, 24 gennaio 2020 – Sono già 7 gli sforamenti registrati a Jesi da alcune centraline di monitoraggio nei primi 22 giorni del 2020.

A fornire i dati è Legambiente che illustra Mal’Aria, il report annuale sull’inquinamento atmosferico in città.

Gli inquinati monitorati dalle campagne di Legambiente PM10 ti tengo d’occhio e Ozono ti tengo d’occhio si basano sull’analisi dei dati forniti dai siti dalle Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale (Arpa) che hanno tenuto conto delle sole centraline urbane (sia di fondo urbano che di traffico) delle città).

Preoccupanti sforamenti

Nei primi 22 giorni di gennaio 2020, inoltre, sono già preoccupanti gli sforamenti registrati da alcune centraline di monitoraggio: Pesaro (13), Fano (11), Jesi (7), Ancona Cittadella (5), Falconara Alta (5). Dati che confermano un livello complessivo regionale ancora di elevata criticità. Nelle Marche, in particolare, ad aver sforato il limite annuo di polveri sottili troviamo Fano con 36 giornate oltre il limite dei valori consentiti dalla legge di 50 microgrammi/metro cubo per un massimo di 35 giorni all’anno (centralina via Monte Grappa).

Male anche Pesaro, che per poco non ha raggiunto il limite previsto dalla legge, registrando 33 sforamenti totali. Per quanto riguarda l’ozono, a Macerata la centralina di Collevario nel 2019 ha registrato il superamento del limite di 25 giorni annui consentiti dalla legge con 28 sforamenti totali, con una concentrazione superiore a 120 microgrammi/metro cubo (calcolato sulla media mobile delle 8 ore).

Non va meglio ad Ascoli Piceno, dato che la centralina Monticelli ha registrato esattamente 25 giorni di superamento. L’ozono troposferico è un gas che si forma d’estate, principalmente nelle zone rurali, attraverso reazioni chimiche di gas precursori come gli ossidi d’azoto e i composti organici volatili. Dopo le polveri sottili, è l’inquinante atmosferico che per tossicità e per i livelli di concentrazione che possono essere raggiunti incide maggiormente sulla salute umana

Nuova mobilità urbana

«L’emergenza polveri sottili e ozono nelle nostre città è sempre più cronica e a pagarne lo scotto, oltre all’ambiente, sono i cittadini in termini di salute e di qualità di vita. Per questo bisogna contrastare l’inquinamento in maniera efficace attraverso soluzioni da attuare in tempi strettissimi – commenta Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche –. Innanzitutto è indispensabile programmare la conversione ad una nuova mobilità urbana sempre più pubblica, condivisa, a zero emissioni e multi-modale, riducendo drasticamente il numero di auto private circolanti attraverso una serie di restrizioni e fiscalità. Nell’ambito di una politica di prevenzione dell’inquinamento è fondamentale, inoltre, potenziare il trasporto sul ferro, migliorare il servizio di trasporto pubblico – che va indirizzato verso le motorizzazioni elettriche – e adottare politiche in generale più decise a favore dei veicoli elettrici, che maggiormente necessitano di stimoli e sostegno. Occorre, inoltre, investire nella riconversione sostenibile dell’autotrazione e dell’industria e dell’agricoltura, nella riqualificazione edilizia, nel riscaldamento coi sistemi innovativi e nel verde urbanoChiediamo, dunque, alle istituzioni regionali di avere coraggio e di essere coerenti e lungimiranti nelle politiche ambientali e di mobilità. Solo così è possibile innovare le nostre città, renderle più competitive, migliorare la qualità della vita dei cittadini e ridurre l’impatto dei cambiamenti climatici».

Minaccia ambientale

Ogni anno sono oltre 60mila le morti premature in Italia dovute all’inquinamento atmosferico che determinano un danno economico, stimato sulla base dei costi sanitari comprendenti le malattie, le cure, le visite, i giorni di lavoro persi, che solo in Italia oscilla tra 47 e 142 miliardi di euro all’anno. 

L’inquinamento atmosferico è al momento la più grande minaccia ambientale per la salute umana ed è percepita come la seconda più grande minaccia ambientale dopo il cambiamento climatico.

Per questi motivi la Commissione europea ha messo in atto molte procedure di infrazione contro gli stati membri – tra cui l’Italia – per il mancato rispetto dei limiti comunitari in tema di qualità dell’aria.

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