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JESI Il “Galilei” guarda alla Cina, tra presente e futuro

Istituto Galilei

Un Paese che, a differenza di tanti altri compresa l’Italia, sta investendo sulla propria crescita: e dal prossimo anno anche un corso di lingua e cultura cinese

JESI, 24 gennaio 2020 –  Tra la Cina dei record e il team internazionale di dottorandi di ricerca: l’Iis Galilei apre le porte al futuro, quello più avveniristico, per i giovani e attenti studenti del biotecnologico.

L’ambizioso progetto

Dalla presentazione di un ambizioso progetto biomedico di un team di dottorandi di ricerca provenienti da più parti del mondo, allo sguardo su presente e futuro della Cina.

Raccontata, martedì mattina nell’aula magna d’istituto, ad una platea attenta di studenti del terzo anno di Biotecnologie. A fare gli onori il dirigente Luigi Frati che ha affidato, in linea col Piano strategico di internazionalizzazione, il compito all’esperta Francesca Spigarelli professore associato di Economia applicata dell’Unimc e direttore del centro di ricerca “China Center”. E poi la proiezione nel mondo della ricerca avveniristica grazie ad un team internazionale di dottorandi di ricerca freschi di selezione che andranno a condurre un ambizioso progetto biomedico che vede partner dell’Ateneo un’azienda di calibro internazionale come la Philips.

«La dimensione europea ed internazionale rappresenta per l’Iis Galileo Galilei di Jesi l’ambito naturale di azione, a sostegno sia di percorsi di mobilità, scambio e apprendimento reciproco, sia di interventi di ricerca e ricerca-azione». Così il dirigente Luigi Frati, basandosi sulla mission dell’Istituto, quella di una scuola vocata all’integrazione internazionale sia culturale e sociale che educativa e formativa.

Il chinese dream

Il “Chinese dream” sembra oggi essere sempre più attuale e concreto. Fino a ieri il sogno italiano parlava d’America, oggi, invece, sono in molti a guardare alla Cina come il Paese del futuro, così la sua lingua. Più di tante parole lo dimostrano i dati, ma soprattutto il denaro che la Cina sta investendo, a differenza di altre nazioni tra cui l’Italia, per la sua crescita.

La “fabbrica del mondo” sta riconquistando, in brevissimo tempo, “quel ruolo che ebbe nel ‘700”, ha affermato la Spigarelli. Quando si parla infatti di industria cinese nei svariati ambiti ci riferisce spesso a colossi leader di mercato. Le politiche e priorità della Cina a confronto con l’Italia sono imponenti. Entro il 2021 il piano di Xi Jinping è quello di un leader che guarda ad un “moderato benessere” tentando di uscire dal divario tra ricchezza e povertà estrema, ma anche quello che mira essere un Paese pienamente sviluppato entro il 2049, una data significativa per il popolo cinese ovvero i 100 anni dalla nascita della Repubblica Popolare Cinese.

E ancora, un Paese che punta ad essere sempre più innovativo nel presente (2020) e leader, forse indiscusso, nella tecnologia entro il 2050. Ancora tanti però i gap da colmare.

«Ci sono ancora molti preconcetti sulla Cina»,  ha infatti dichiarato la dottoressa Spiegarelli che ha ricordato come, nonostante il comune sentire, i numeri, gli investimenti e le strategie della Cina a breve porteranno i loro frutti. La Cina che investe è infatti quella che oggi festeggia il 40esimo dalle riforme, è la Cina che ambisce e che – secondo la Spigarelli – diventerà, grazie anche agli investimenti su scuola e ricerca, leader in svariati ambiti nonostante il divario tra le ultra tecnologiche città metropolitane e la Cina rurale dove ancora è possibile morire di stenti.

La via della seta

Già Marco Polo nel Milione aveva descritto le meraviglie e l’ingegnosità della Cina – sottolinea la Spigarelli – e ora, nel breve lasso di tempo che va dal 1980 circa ad oggi, «la Cina si è trasformata». E poi la “Belt and road“: l’antica via della seta che potrebbe essere il luogo designato per poter rafforzare i rapporti tra Cina ed Europa.

Ad intervenire nell’aula magna dell’Istituto di Istruzione Superiore jesino anche sei dottorandi coordinati dall’Università di Macerata e provenienti non solo dalla Cina ma anche India, Sud Korea e Pakistan.

Emersoi in particolare il rapporto tra tecnologia, privacy e sanità. Un team multidisciplinare che ha saputo ammaliare, con la lingua inglese, le giovani menti del Galilei portandoli nella dimensione affascinante della ricerca attraverso le varie discipline che concorrono a definire nello specifico la relazione tra salute delle persone, privacy e tecnologia: idee, problematiche e possibili soluzioni.

Un modo per migliorare la vita delle persone attraverso innovazioni significative in campo biomedico come ricevere una ricetta medica o prenotare una visita direttamente dallo smartphone o addirittura poter esaminare un paziente con un fast checking online.

Corso di lingua e cultura cinese

«Aprirsi al mondo, sviluppare relazioni con altri territori europei e internazionali, far sì che i nostri allievi e la nostra scuola dialoghino con altre scuole, organismi di istruzione e formazione, istituzioni ed associazioni di altre parti d’Europa e del mondo, rappresenta oggi il modo migliore per stare nella globalità». Queste la priorità messe inevidenza al dirigente. Ed ora la grande sfida spetta agli studenti.

«Tra i selezionati, nessun europeo – ha commentato lanciando la sfida la direttrice del China Center, Francesca Spigarelli -, l’inglese non basta, la Cina è il paese del presente e del futuro». Proprio in quest’ottica di saper guardare oltre, al futuro, che lo stesso firigente Luigi Frati ha voluto raccogliere la sfida investendo da subito nel suo capitale umano e per rispondere alle Strategie 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva: oltre a eventi mirati e internazionali, già dal prossimo anno scolastico il Galilei avrà anche il suo corso di lingua e cultura cinese.

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