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Cronaca

Jesi Eredità Cesarini: una lentezza che potrebbe divenire imperdonabile

Da ormai 10 anni non siamo ancora riusciti a investire il lascito secondo il suo desiderio, quello di assistere chi ne ha più bisogno

di Vittorio Massaccesi

Jesi, 13 gennaio 2023 – A proposito dell’opera da realizzare secondo le intenzioni di Daniela Cesarini (foto in primo piano) e con l’eredità da lei generosamente lasciata agli jesini, prendo atto che l’Amministrazione Bacci ha tentato diverse vie per tener presente sia le esigenze proprie dei disabili sia l’opportunità di una struttura adeguata e non lontana dal centro città.

Sappiamo tutti che il suo ultimo tentativo è stato quello della realizzazione dell’opera al piano terra del palazzo ex Giuseppine, con difficoltà gradualmente manifestatesi con annessi e connessi che non sto a richiamare.

Il complesso San Martino

L’idea di realizzare l’iniziativa a ridosso del palazzo San Martino, nell’ampio spazio  delimitato dai capannoni, un tempo utilizzati dall’officina del nostro ufficio acquedotto,  dall’Inapli e dalla Croce Rossa, mi pare che sia ottima e realizzabile come già sottolineato nel passato anche da altri.  

L’ampiezza della zona interna e tutte le costruzioni al piano terra nonché la loro  centralità urbanistica offrono le condizioni ideali per la loro utilizzazione.

Già, ma i soldi? A questo punto io mi sento come Archimede: “Datemi un punto d’appoggio e io risolverò il problema”.

Lo potrebbe dire proprio il Sindaco. Dategli un punto d’appoggio e tutto sarà risolto. Ma quale punto d’appoggio? Un progetto esecutivo a tamburo battente per fare in modo che possa rientrare nel Pnrr perché, risolto  il problema finanziario, avremo risolto positivamente anche l’ingarbugliato problema di San Nicolò.

I lavori che interessano San Nicolò ed ex Giuseppine

Infatti il Comune, che sta portando avanti la mediazione tra la ditta impegnata nei lavori di ristrutturazione dell’ex convento e le istanze della Soprintendenza, avrebbe una bella carta da giocare: il piano terra tuttora di proprietà del Comune. Un bene che rivenduto alla proprietà dell’edificio darà modo alla stessa di sfruttare al meglio il piano terra a suo favore.

Probabilmente non sono aggiornato sulle ultime intenzioni dell’Amministrazione, né mi risulta che in merito siano stati fatti passi definitivi. Ma la proposta, non nuova e validissima, va portata avanti perché occasioni finanziarie per rendere fruibile il complesso annesso al San Martino oggi sono rilevanti, domani certamente no.

Gli euro in Regione arrivano a decine di milioni. Credo che non dovrebbe essere difficile inserirsi nella rete europea del Pnrr con un progetto legato alla socialità e al recupero degli edifici .

Complesso San Martino cortile interno

E l’Ufficio tecnico, con il consiglio di esperti, non dovrebbe avere difficoltà a bruciare le tappe per darci il progetto esecutivo.   

Insomma, c’è solo da non perdere tempo. Se poi non riesco a vedere le difficoltà o le incompatibilità esistenti, chiedo scusa, ma  che almeno le si facciano conoscere alla città in nome della trasparenza sempre omaggiata.

E si noti bene che il suo desiderio non poteva essere che il migliore, quello di venire incontro a chi più ha bisogno. La nostra lentezza può diventare imperdonabile. Non vi pare?      

(foto in primo piano: Daniela Cesarini)   

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