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Cronaca

Jesi Furti in abitazione: presunto autore arrestato, caccia alla banda

Presa di mira nel giro di pochi giorni la stessa casa con bottino ingente, i ladri avevano sfondato anche una parete del caveau, le indagini dei Carabinieri hanno condotto in provincia di Milano

JesiDue furti presso la stessa abitazione in pochi giorni: è accaduto in città.

Il primo messo a segno il 2 dicembre 2022 aveva fruttato diverse migliaia di euro in gioelli e pellicce, il secondo appena otto giorni dopo. In quest’ultima circostanza sfondata anche una parete del caveau dal quale erano stati asportati uleriori oggetti di valore.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale du Ancona, svolte dall’Aliquota operativa della Compagnia Carabinieri di Jesi con il supporto di personale della Sezione investigazioni scientifiche del Reparto operativo del Comando privinciale di Ancona, hanno consentito di individuare uno dei presunti componenti della banda, un 41enne di nazionalità albanese, residente in provincia di Milano, che nelle prime ore del 24 luglio scorso è stato arrestato in esecuzione dell’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Ancona.

Le indagini

Attraverso la minuziosa analisi delle immagini riprese dai sistemi di videosorveglianza presenti non solo nell’area dove è ubicata l’abitazione ma anche in vari punti della città, è emerso che in entrambe le circostanze la banda, composta da almeno tre persone, era giunta utilizzando sempre la stessa auto le cui targhe, però, risultavano clonate.

Determinante l’accurato sopralluogo eseguito dal personale della Sezione investigazioni scientifiche di Ancona che riusciva a individuare e repertare una piccola traccia ematica lasciata da uno dei malviventi feritosi proprio mentre creava l’apertura in una delle pareti del caveau.

Il materiale biologico repertato era stato inviato al Reparto investigazioni scientifiche Carabinieri di Roma dove analisi di laboratorio permettevano di estrapolare il relativo profilo genetico.

Quindi l’inserimento nella banca dati nazionale Dna che restituiva un match positivo con quello del 41enne albanese, già censito in quanto resosi autore e condannato in via definitiva per analoghi reati.

In corso ulteriori attività per arrivare a identificare gli altri componenti della banda.

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