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Cronaca

Jesi “Go back to?”, la pandemia vista da Guido Silvestri e Massimo Clementi

«A cambiarne il corso sono stati i vaccini, non il lockdown», e intanto si lavora per produrne uno che sia pan-Coronavirus, contro tutte le varianti

di Elena Tisè

Jesi, 7 aprile 2023 – Al Palazzo dei Convegni l’evento organizzato dal Rotary Club di Jesi, Go back to?,  la conferenza dedicata al tema della pandemia tra passato, presente e futuro.

Ospiti d’eccezione del presidente del Club, Floro Flori, martedì scorso, due illustri relatori: Guido Silvestri, professore ordinario di patologia generale presso la Emory University di Atlanta e Massimo Clementi, professore emerito di microbiologia e virologia all’Università Vita – Salute San Raffaele di Milano

Guido Silvestri, Giancarlo Passarini, Massimo Clementi, Giovanni Filosa

La conferenza è stata moderata dal medico radiologo dell’ospedale Carlo Urbani, Giancarlo Passarini e presentata dal giornalista Giovanni Filosa.

Presenti all’evento anche il vice sindaco Samuele Animali e il presidente del Consiglio Comunale Luca Polita, che hanno portato i saluti dell’Amministrazione.

«Nel marzo 2020 il medico epidemiologo cinese Zunyou Wu convinse il mondo che attraverso un breve lockdown il virus del Covid avrebbe smesso di circolare. E’ preoccupante che ci si sia affidati così tanto a questa opinione, adottando misure che hanno avuto, in alcuni casi, effetti collaterali devastanti. Quello che ha fatto la differenza durante questa pandemia non è stato il lockdown, sono stati i vaccini». 

Con un attacco dichiaratamente polemico rispetto ad alcune scelte di gestione dell’emergenza sanitaria, il professor Guido Silvestri ha aperto il suo intervento, volto a fare chiarezza su ciò che in fase emergenziale è stato efficace e cosa, invece, si sarebbe potuto e dovuto evitare.

«Ci sono stati due grandi problemi: in primis la disinformazione dilagante promossa dai “virologi della domenica” che ha alimentato paura e confusione rispetto alle misure da adottare per contrastare la diffusione del virus. In secondo luogo, l’atteggiamento eccessivamente pavido della politica».

«Misure come quella del lockdown sono inefficaci – almeno in società democratiche come le nostre – e hanno avuto un impatto gravissimo a livello sociale: il prezzo più alto è stato pagato dai ceti sociali più deboli. Mi sarebbe piaciuto che gli enormi progressi compiuti dalla scienza venissero raccontati di più», ha affermato Guido Silvestri.

Guido Silvestri

Dall’altro lato, spiegano i due medici, la ricerca scientifica ha raggiunto enormi risultati: si è riusciti a conoscere il virus, a monitorare le varianti – più di 60 milioni di sequenze virali registrate – e, soprattutto, ad arrivare in tempi record alla  vaccine chivalry – la cavalleria dei vaccini – che ha cambiato radicalmente il corso della pandemia.

È in questo senso che va intesa l’espressione combattere le pandemie con la scienza, non con il medioevo“: proteggere la scienza significa investire nell’industria farmaceutica, nel biotech e, non da ultimo, nella scuola e nelle università, che formano gli scienziati di domani

Per quanto riguarda il futuro, fa sapere il professor Silvestri, sicuramente la situazione andrà monitorata, i titoli degli anticorpi diminuiscono progressivamente. Nel frattempo, si sta cercando di sviluppare un vaccino pan-Coronavirus, cioè efficace contro tutte le varianti. La famiglia dei Coronaviridae infatti è complessa, i virus hanno strutture molto diverse: l’idea è quella di focalizzarsi su parti della proteina Spike che sono più conservate, che non cambiano. 

Massimo Clementi, Giovanni Filosa

L’altro grande tema su cui si giocheranno le sfide della medicina di domani, spiega il professor Clementi, è il Planetary health, un concetto introdotto da The Lancet sei anni fa per sottolineare l’importanza di considerare come strettamente interdipendenti la salute umana, animale e ambientale.

«Una volta era convinzione diffusa che molti diseases – malattie – fossero qualcosa di esclusivamente umano. Ora sappiamo che tutto ha importanti ripercussioni sulla nostra salute. La deforestazione, ad esempio, rappresenta un elemento di rischio, perchè spinge molte specie animali verso i centri abitati. Dobbiamo cominciare a guardare il mondo attraverso l’interfaccia: uomo-animale-natura». 

(foto in primo piano: Giancarlo Passarini, Guido Silvestri, Massimo Clementi, Maurizio Marchegiani, Giovanni Filosa, Floro Flori)

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