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Jesi Il Comune blocca la Consulta per le donne e per le pari opportunità

Jesiamo, dopo i Comitati di quartiere adesso forse toccherà subire il medesimo triste destino dello smembramento? E ancora una volta tutto ciò avviene procedendo con quella ambiguità che caratterizza un’azione politica poco chiara e trasparente

Jesi, 28 settembre 2022 – Dispiace e preoccupa questa ambiguità. Sì, perché ancora una volta riguardo agli istituti di partecipazione l’Amministrazione comunale si rivela incapace di assumersi le proprie responsabilità e si dimostra priva di coraggio nelle decisioni che intende adottare.

Ma stiamo ai fatti.

Il Comune di Jesi è dotato di importanti Consulte che hanno lo scopo – ciascuna per il proprio ambito – di alimentare la partecipazione, il confronto e agiscono da impulso, in termini di idee e proposte, per i rispettivi assessorati. Dal punto di vista della composizione, come da Regolamento approvato dal Consiglio comunale, due di queste – Turismo e Donne e pari opportunità prevedono tra i membri anche due consiglieri comunali (uno di maggioranza e uno di minoranza).

Dopo il puntuale richiamo del vicepresidente del Consiglio comunale, Nicola Filonzi (lettera del 20 settembre 2022), che ha invitato Sindaco e Presidente del Consiglio comunale a far iscrivere ai lavori del prossimo Consiglio le pratiche relative alla composizione delle Consulte al fine di rendere quest’ultime pienamente operative, proprio in questi giorni, con rammarico, apprendiamo dalla trasmissione del brogliaccio, che questa procedura è stata adottata solamente per la Consulta del Turismo.

Dunque, dopo i Comitati di quartiere, adesso forse toccherà anche alla Consulta per le donne e le pari opportunità subire il medesimo triste destino dello smembramento? E ancora una volta, tutto ciò avviene, procedendo con quella ambiguità che caratterizza un’azione politica poco chiara e trasparente.

Come le bancarelle in tempo di fiere – una dopo l’altra – alla stessa maniera non mancano esempi di provvedimenti ambigui e incerti nell’indirizzo politico. L’Amministrazione non riconosce i comitati, però, ad intermittenza, li considera come funzionali interlocutori, validi per qualche circostanza e poi via.

Ancora; non si dà seguito al regolamento dei comitati – atto già approvato dal Consiglio comunale – ma non si ha il coraggio di revocarlo e neppure di avviare un processo partecipativo per ripensare tutto l’impianto; non c’è la volontà di procedere con la piena composizione della Consulta per le donne…, ma non c’è neppure il coraggio di revocare questo organismo di partecipazione, significativo per la nostra città e per tutto il territorio.
Veramente, a proposito di partecipazione, dispiace profondamente dover constatare anche in questa occasione come coloro che si erano presentati come paladini in difesa di una condivisione più ampia con la Città, in realtà, non riconoscano neppure quanto di valido e rilevante sia stato fatto da questo Istituto.

O forse, quando Jesi in Comune ed i suoi alleati parlano dipartecipazione, in realtà intendono una “schierata mobilitazione”?.

Jesiamo

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