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Jesi Il concerto tributo a Gastone Pietrucci una festa per tutti
30 Novembre 2022
Al Teatro Pergolesi con La Macina ha spento le sue 80 candeline sulle assi ancora innamorate degli artisti di vaglia
di Giovanni Filosa
Sono convinto che Gastone Pietrucci de La Macina – questa dizione comprende tutti coloro che hanno preso parte alla kermesse del Pergolesi – abbia spento le sue 80 candeline sulle assi, ancora innamorate degli artisti di vaglia, del Massimo jesino, dando e dandosi delle certezze. E’ vecchia ma la ripropongo, Ottanta voglia di cantare ancora, ha fatto capire che difficilmente andrà in pensione.
Perché Gastone, con quasi “tre ore tre” di spettacolo, introdotto dall’assessore alla cultura Luca Brecciaroli, non ha ripreso il suo amore per le nostre radici riproponendolo col solito schema musicale e di arrangiamento.
Scherzi, Gastone ha tenuto botta per tutto quel tempo, accompagnato da ospiti eccellenti che lo hanno messo a suo agio completamente, riproponendo, sotto ritmi e spaziando in diversissime forme musicali, una parte preponderante della sua immensa discografia.
Un concertone, quindi, non solo per le dimensioni del contenuto che sembrava dover esondare verso la platea affascinata.
Realmente, non si è fatto mancare niente, e non ci ha fatto mancare nulla, un concertone perché raramente si segue in un Teatro tanta partecipazione.
Come da una scatola magica esce, aprendola, una sorpresa che al momento ti colpisce poi capisci che è quella che volevi, ebbene Gastone e La Macina hanno riproposto rock, jazz, pop rivestendo e attualizzando canti che appartengono ai vicoli e alle campagne delle nostre terre e non solo. Non ha voglia di sparire dietro alle quinte, Gastone, il suo posto è lì a stupire.
Alla sua età la voce, cruda e colorata come lo strofinio di una mano sopra un muro imperfetto e all’apparenza troppo vecchio per rispondere, è pronta a salpare per i prossimi dischi e i futuri spettacoli.
Apre con “Dicono di me” insieme ai suoi sodali, poi arriva la Gang, cambiano i ritmi e si capisce come andrà a finire.
Fedeli amici e compari di avventure, hanno aiutato, da anni, Gastone & C. a ricreare una cornice a canti che sembrano nati oggi. Poi l’attore Filippo Paolasini, bravissimo nel leggere testi di Scarabicchi e ottimo, in duo con Gastone, in una “Lontano, lontano” di Tenco, rivisitata per cuori che ancora battono forte.
E via discorrendo, “Bella sei nata femmina”, dedicata a Valeria Moriconi, e, in ordine sparso, il duo Samuele Garofoli alla tromba e Roberto Zechini alla chitarra.
Ecco, qui, nessuno ce ne voglia, si è visto l’eclettismo del nostro amico che ha vestito, insieme ai due jazzisti, due sue canzoni come se fossero improvvisazioni sul campo.
Poi l’Oneiric folk, un progetto artistico che ha l’intento di abbattere la barriera tra musica popolare e i folk. E lo erano…
L’immancabile figura poetica di Allì Caracciolo, regista e drammaturga, con lei l’attrice Maria Novella Gobbi. Il cantautore Dario Aspesani e la cantante Lara Giancarli, il chitarrista (della Macina) Marco Gigli e il violinista Riccardo Bottegal, grande virtuoso.
E’ salita, infine, sul palco, come ospite a sorpresa, Marcella Di Pasquale, grande voce, soprannominata la Tina Turner italiana, poi tutti gli ospiti sul palco, tre bis e saltarello finale.
Pubblico entusiasta e, da lontano, incominciava ad albeggiare…ci mancava che Gastone cantasse “All’alba vincerò!” e sarebbe stato un trionfo da suoni e luci.
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