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Cronaca

Jesi Il terreno dello Stadio Carotti? «Un campo di patate»

Il presidente della Civitanovese attacca il Comune dopo la partita di domenica, quello leoncello Chiariotti parla di «situazione condizionante», mentre Amministrazione comunale e gestori cercano di tamponare la situazione

Jesi – Al termine della partita del campionato di Eccellenza di domenica scorsa tra la Jesina e la Civitanovese, il presidente ospite, Mauro Profili, lo ha definito «un campo di patate».

Chiedendosi anche provocatoriamente: «Come può accettarlo l’Amministrazione comunale di qui?».

Al di là del tentativo un po’ maldestro di nascondere le responsabilità dei suoi nel perdere una patita a tempo scaduto, che a caldo può anche starci, va ammesso che la critica al terreno di gioco dello stadio Pacifico Carotti ci sta tutta.

Infatti, il manto erboso (per così dire) dell’impianto di viale Cavallotti versa in condizioni a dir poco precarie tanto da condizionare, se non il risultato di una partita, quanto meno il gioco con il pallone che rimbalza male e rotola in modo difforme. Situazione che si trascina da ormai molto tempo.

Il presidente della società leoncella, Giancarlo Chiariotti, da noi interpellato, ci ha tenuto a precisare che «la Jesina ha vinto non per il campo, ma perchè lo ha meritato», ma non ha nascosto che il terreno di gioco del Carotti sia in grande sofferenza.

«Lo sappiamo bene – ci racconta – e lo paghiamo sulla nostra pelle. Purtroppo, la cosa non è nuova e noi cerchiamo di adattarci per non stressarlo troppo. Ci alleniamo lì quattro volte a settimana, ma nell’antistadio. Sul manto erboso andiamo solo il giovedì, per fare la partitella nella seconda parte della seduta, e il sabato mattina, pochi minuti per provare qualche soluzione tattica».

Il presidente della Jesina Calcio, Giancarlo Chiariotti

Una situazione fisiologica, che si sta tentando di tamponare come si può.

«La colpa non è certo dell’incuria – continua Chiariotti -, anzi i custodi fanno tutti i giorni un lavoro egregio per tentare di preservarlo. Però ci sono le esigenze delle giovanili, oltre che quelle della prima squadra. E’ una cosa che si trascina da anni e andiamo sempre peggio. Per noi è condizionante anche in campagna acquisti, dato che alcuni giocatori, quando sanno che non possiamo allenarci su un campo d’erba regolare, ci dicono di no».

Una partita della Jesina di inizio campionato, con il manto erboso già visibilmente logorato

Anche il Comune di Jesi, chiamato in causa senza giri di parole dal presidente civitanovese, si dice a conoscenza del fatto e, per bocca del vice sindaco e assessore allo sport, Samuele Animali, ha annunciato che fino al 6 gennaio l’erba del Carotti non sarà più calpestabile. In pratica niente più partite e allenamenti per 20 giorni. Soluzione già adottata a inizio novembre senza risultati apprezzabili.

Il vice sindaco e assessore allo sport, Samuele Animali

«Purtroppo, allo stato attuale – ci ha detto il vice sindaco – l’unica contromisura sarebbe quella di chiudere il campo e lasciarlo riposare per 4 o 5 mesi, ma è chiaro che non si può. La Uisp, che ha in gestione l’impianto, fa il possibile e, in collaborazione con la Jesina, cerca di non stressarlo troppo. Per ora si può fare solo questo. Speriamo che queste tre settimane possa migliorare, ma chiaro che non si tratta di un intervento risolutivo».

Buche e zone senza erba ben evidenti durante la gara contro Montegranaro del 5 novembre scorso

Dalle parole dell’esponente dell’Amministrazione, che ha ancora davanti tre anni e mezzo di mandato, traspare la consapevolezza di un intervento incisivo per risolvere la situazione dovuta ad anni di usura.

«Non sono un giardiniere – commenta Animali – ma credo che la questione sia ciclica e, per quanto tu possa averne cura, ogni tot anni si debba compiere un intervento di natura straordinaria per ripristinare la situazione, cosa che per tanti anni non è stata fatta. Questo per ora non risulta nel piano pluriennale lavori pubblici, ma siamo consci che dovremo farvi fronte. Parleremo con il gestore per un parere tecnico, poi vedremo cosa fare per intervenire per quanto possibile. Intanto il campo va trattato coi guanti bianchi».

La prossima gara interna della Jesina è alla ripresa del campionato, prevista per domenica 7 gennaio 2024 contro il Montegiorgio. Fino a quel momento il consiglio per il tecnico Simone Strappini è quello di allenare i suoi giocatori sui riflessi per prevedere anche i rimbalzi inopinati della palla, dato che questa situazione, più o meno grave, è destinata a durare almeno fino al termine della stagione.

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