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Cronaca

Jesi Il “vestito filosofico” di Valeria Zingaretti

L’ultima creazione dell’artista jesina, disegnato appositamente per l’edizione della Sfilata Frasso Sabino di Rieti, l’evento di ecodesign che ha visto la presenza di 14 artisti provenienti da tutta Italia

Jesi – Corpetto, gonna e accessori sono interamente fatti di carta, la fantasia è un gioco di numeri e lettere che si mescolano e si confondono, nero su bianco.

Valeria Zingaretti

Il “Vestito Filosofico” di Valeria Zingaretti è l’ultima creazione dell’artista jesina, disegnato appositamente per la X edizione della Sfilata Frasso Sabino di Rieti, l’evento di ecodesign che ha visto 14 artisti provenienti da tutta Italia sfidarsi nella progettazione di abiti ecofriendly realizzati a mano a partire da materiali di recupero e scarto.

La proposta di Valeria, unica marchigiana in gara, è un abito-scultura composto da centinaia di pagine del Calendario Filosofico, un calendario Made in Italy che da anni scandisce le sue giornate al ritmo di aforismi.

L’ispirazione che ha dato vita al bozzetto è nata dal desiderio di tradurre in abito un oggetto con il quale sussiste una duplice affinità: mentre stimola l’introspezione e la riflessione attraverso la sua filosofia in pillole, il Calendario è simbolo di un legame affettivo particolare, quello con la persona grazie alla quale lo ha scoperto.

Valeria Zingaretti

Da un lato il pensiero, dall’altro la materialità della carta che si increspa, voluminosa, quasi a imitare la pietra.

«L’abito si fa espressione non solo di un concetto astratto e filosofico ma, al contempo, di materia – racconta Valeria – . Ispirata alla natura dei miei territori, ho trasferito l’idea di roccia alla carta, così da ottenere concretezza e resistenza, tipiche della pietra, in un materiale flessibile e leggero. Il risultato è un abito-scultura dalla forma stabile e dall’animo astratto».

«La realizzazione dell’abito ha richiesto diverse fasi di lavorazione – prosegue l’artista -. Le singole pagine sono state incollate insieme tramite colla vinilica e successivamente poste su un supporto di Tnt bianco, una telina che potesse permettere di mantenere nel tempo sia l’incollaggio che le cuciture, evitando gli strappi e la rottura della carta. Una volta asciutte le varie parti del modello, queste sono state stropicciate a mano, così da ottenere l’effetto del tessuto francese froissè, che è ciò che conferisce all’abito la solidità di una scultura. Da ultimo ho cucito pinces e bordi, inserendo il velcro per l’apertura dell’abito».

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