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Jesi Insieme per festeggiare i 50 anni dalla maturità: era il 1972

Dedicato ai miei compagni del corso B del Liceo Classico “Vittorio Emanuele II”, ai presenti e agli assenti

Era il 1972. 

Era stato anche l’anno del terremoto, per Ancona (il 14 giugno 1972, la più forte della lunghissima sequenza di oltre 500 scosse che sconvolse la vita di Ancona a partire dal 25 gennaio di quello stesso anno – si legge in Wikipedia). 

Jesi lo aveva sentito bene (boati di notte, ma nessun danno. Nel Liceo Classico Vittorio Emanuele II ” da qualche soffitto – vista la vetusta età – si erano staccati pezzi di intonaco).

Era l’anno in cui nelle sale cinematografiche uscivano film come Il caso MatteiFratello Sole Sorella Luna, Mimì metallurgico ferito nell’onore.

Noi teenagers ci emozionavamo cantando le canzoni di Lucio Battisti, di Gianni Morandi, di Mina e quant’altri, mentre sognavamo di padroneggiare un perfetto inglese che ci avrebbe fatto capire e cantare i testi delle band straniere regine della seguitissima Hit Parade.

 C’era un ragazzo che come menoi l’avevamo nel cuore: un inno alla pace – quella della guerra in Vietnam – che nella nostra classe era diventato anche un inno per una giovinezza che se ne era andata, non in guerra ma su una strada, in  moto. Il caro, il sorridente, il mattacchione Gippo ci aveva lasciato proprio quell’anno per uno stupido, imprevedibile incidente…

Era il 1972: esami di stato. Caldo. Versione scritta di greco. Orali a metà luglio. Commissione esterna e la classe – la III B – che affrontava il passaggio obbligato verso altre scelte, verso la vita adulta.

Sempre in quell’anno fu creato Interrail: e allora come non pensare che la voglia di viaggiare, il desiderio di conoscere l’Europa e di incontrare altri giovani non stesse diventando una realtà?

Una classe unita. Ci siamo ritrovati quasi regolarmente negli anni seguenti. Abbiamo festeggiato il 25mo dalla maturità addirittura con una gita in pullman! Ganzi, no?

Cosa ci avrà mai tenuti uniti? Ce lo siamo chiesto tante volte, ma come forse banalmente si dice, soprattutto in ambiente scolastico, è una alchimia strana quella che rende le classi buone o cattive. Una combinazione inspiegabile che crea dei buoni rapporti di socializzazione. Così è. Così sembra sia stato per noi.

Ecco quindi che arrivato il 50mo dalla maturità non potevamo non ritrovarci, non potevamo non chiamarci e organizzarci per rivederci e rallegrarci. Perché rivedersi? Perché dover celebrare quei cinque anni trascorsi insieme sui banchi di scuola, tra gioie e delusioni, tra amori spesso non corrisposti, tra desideri di fuga e curiosità di fare qualcosa di bello e buono per gli altri…dopo 50 anni? Come  e perché confrontare e mettere sulla stessa bilancia quei brevi cinque anni con i cinquanta intercorsi da allora?

Aveva un senso tutto questo? Alcuni hanno deciso che ne aveva e chi ha potuto e voluto è ritornato e si è presentato all’appuntamento ricordando anche con commozione e affetto che lì quel giorno, il 12 giugno 2022, altri non potevano purtroppo essere presenti…. Valeria, Cesare, Rinalda

, puntuali al suono della campanella e pronti a rivederci, a rallegrarci e a trascorrere alcune ore insieme con garbo, con eleganza e con un pizzico di serenità, nonostante i tempi e le vicissitudini di questi ultimi due anni.

Ragazzi, devo fare l’appello!”

A ……..Presente!

B ……. Presente!

C …….E’ andato in bagno, prof!

D …….Assente (ma guarda un po’….oggi aveva l’interrogazione…mormora la classe……)

E così via fino all’ultimo….27 nomi: la classe III B del Liceo Classico “Vittorio Emanuele II.

Caro prof Branchesi! L’appello che ha fatto dopo 50 anni davanti al portone della scuola è stato un colpo di scena geniale ed emozionante. Le vogliamo bene oggi come allora. E’ stato il nostro garbato ed elegante prof di Matematica e Fisica, ci ha difeso agli esami di stato, ci ha trasmesso la sua passione.

Insieme a lei oggi fuori del Liceo c’era anche una sua collega, la prof.ssa Zega: riaffiorano i ricordi delle formule chimiche, del rigore e della severità delle sue interrogazioni, che pur scombussolando le nostre mattinate scolastiche, in qualche modo hanno sollecitato molti di noi a non desistere e a sforzarci di comprendere le oscurità della scienza.

Tutto con leggerezza. Tutti i ricordi sono diventati più leggeri. Il passato è stato accettato e rielaborato. Con leggerezza.

Gli anni, la maturità acquisita, le esperienze che ognuno di noi ha fatto in questo mezzo secolo si sono alleggeriti, un poco dissolti. Eventuali dissapori messi da parte per fare spazio a quei momenti di adolescenza condivisa, alle foto dei pranzi di fine anno e delle gite scolastiche, a quegli anni acerbi che non possono del tutto essere dimenticati.

Elisiana Franconi

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