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Jesi La cultura è ricchezza, idee di politica culturale per la “città futura”

Svolge da sempre un ruolo decisivo nella crescita di un Paese, basta non coinvolgerla dentro le nubi fumose del qualunquismo

Jesi, 20 maggio 2022 – Una tavola rotonda intelligente, nata con lo scopo di mettere a confronto idee e moti dell’anima che portino, o possano portare chi lo sa, a definire in primis quel termine, cultura, che viene troppo spesso da tutti fatto proprio a ogni piè sospinto, soprattutto quando sul ponte sventola bandiera bianca.

Si parte da un dato di fatto, reale ma spesso impalpabile, intorno al quale nessuno deve storcere il naso. Verso il titolo, proposto sulla parete dietro ai relatori, si sono levati gli occhi di quanti, tanti e senza vincoli di bandiera, erano intervenuti a Palazzo Bisaccioni, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, per sapere se esiste un refolo in ciascuno di noi che si chiama, appunto, cultura e, se , cosa ne pensiamo.

Ricordo sorridendo la frase “la cultura è come la marmellata: meno ne hai, più la spalmi”, uno slogan apparso sui muri della Sorbona nel maggio 1968, come a dire che la merenda si presenta più accattivante. Sembra raccontare il paradosso dell’Italia, il Paese che vanta il patrimonio più ricco del mondo ed è tuttavia incapace di valorizzarlo. Si faceva per dire.

L’Associazione Fare cultura/e, presieduta da Bruno Sconocchia, che ha aperto i lavori con un excursus sul valore infinito del termine stesso, aveva coinvolto alcune personalità del mondo accademico, manageriale e artistico, affinché ciascuno, sulla base della propria esperienza, avvicinasse il pubblico presente per formare alcune idee di politica culturale adatta alla “città futura”.

Angelo Varni

Angelo Varni, professore emerito dell’Alma Mater, Università di Bologna, ha discettato proprio sul termine cultura, sulle varie declinazioni mentre il mondo, l’umanità, cambiavano, e sulla bellezza propria dell’uomo e della comunità di fronte al sapere.

Chiara Galloni

Chiara Galloni, amministratore delegato della casa di produzioni culturali Articolture, ha approfondito fra l’altro – sotto un’ottica manageriale – anche la differenza sostanziale, nel proporsi un obiettivo da raggiungere, tra la capacità di raggiungerlo e l’abilità di farlo, impiegando le risorse minime indispensabili.

Claudio Trotta

Claudio Trotta, produttore artistico di grande esperienza e organizzatore di eventi, ha marcato il terreno dell’impossibilità, negli ultimi tempi, dopo l’aggressione del Covid, di proporre un contatto diretto col pubblico di artisti, di ogni genere, interrompendo di fatto una crescita non solo di conoscenza ma anche di nuovi linguaggi, puntando lo sguardo su contenitori adatti e non unici, che non facciano bivaccare una piccola città carica di culturacome Jesi ad esempio – ai confini dell’impero della grande comunicazione.

Bruno Sconocchia

Chiara Berti, vice presidente, ha voluto concludere l’incontro proponendo un’attenzione maggiore verso la cultura scientifica.

Il tempo per approfondire le tematiche emerse chiaramente è fuggito in un lampo e i presenti nella Sala del Consiglio della Fondazione, gremita di personaggi che ruotano, lavorano, girano intorno al mondo culturale della città e non solo, hanno proposto un ulteriore approfondimento perché gli argomenti si sono mostrati tutti ricchi di stimoli e interesse. Soprattutto sul cosiddetto “Piano regolatore della cultura”.

La discussione è proseguita di fronte al Palazzo della Signoria. Mai angolo fu più indicato.

In sostanza, la cultura svolge da sempre un ruolo decisivo nella crescita di un Paese. Basta non coinvolgerla dentro le nubi fumose del qualunquismo. 

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