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JESI LA MAGGIORANZA NON MOLLA SULLA GESTIONE DELL’AZIENDA “ARCA FELICE”

JESI, 15 settembre 2018 – Duro attacco dei gruppi consiliari “Jesiamo” e “Jesinisieme”  agli amministratori del passato; questa volta le critiche sono quanto mai pesanti e riguardano la gestione della società “Arca Felice” che secondo i due gruppi sarebbe costata alle casse comunali – e quindi alle tasche dei cittadini – qualcosa come 2 milioni di euro.

Tutto è iniziato quando la Commissione Consiliare ha discusso della “liquidazione della società Arca Felice”.  In quell’occasione si è fatta una ricostruzione nei fatti “dei fallimenti della politica cittadina passata. Si è partito dal 2003 – scrivono in un comunicato -, anno di costituzione dell’azienda agricola comunale e sono state ripercorse le vicende fino al recente epilogo che ha lasciato, oltre ad un senso di profonda amarezza per l’obbligata chiusura di una struttura apprezzata da molti cittadini, una sensazione di delusione per una gestione pubblica che ha portato ad una perdita di circa 2 milioni di euro di soldi pubblici”.

Sempre secondo quanto riportato nel comunicato l’azienda agraria “avrebbe dovuto produrre utili di un certo spessore, numeri auspicati, ma poi, nei fatti e nei bilanci, mai realizzati. Questo – precisano i rappresentanti dei due gruppi consiliari – nonostante l’azienda fornisse carne alle mense cittadine con prezzi non del tutto convenienti, pagati dalle famiglie per il servizio, e costanti aumenti di capitale finanziati dal Comune che sopperivano ad una crisi di liquidità dell’azienda, da subito manifestata”.

A distanza di circa 9 anni , dopo l’insediamento della precedente Giunta guidata da Massimo Bacci si è proceduto ad una verifica della azienda agraria che ha portato alla rilevazione di “una evidente sopravalutazione delle scorte di magazzino” per pareggiare il bilancio. Non solo “questi numeri, uniti ai mancati affitti dei terreni aziendali, hanno prodotto” il dissesto di cui sopra “fermato solo ora grazie alla procedura di liquidazione che ha costretto molti fornitori locali ad accontentarsi di pochi spiccioli rispetti a quanto dovuto”.

Rammarico dei due gruppi (e non solo) “per la perdita di risorse che potevano essere destinate ed utilizzate in modo migliore e, soprattutto, per lo spreco di patrimonio comunale e di conseguenza dei cittadini tutti”.

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