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Cronaca

Jesi La Visitazione del Lotto torna a risplendere a Palazzo Pianetti

La tela del 1531 restaurata da Francesca Pappagallo ha svelato alcuni particolari inediti lasciando però in sospeso il piccolo mistero della firma, presentazione ufficiale domani 6 dicembre

Jesi – Il restauro grazie all’Art Bonus della Visitazione, una delle opere più belle di Palazzo Pianetti e rappresentative del proficuo periodo marchigiano di Lorenzo Lotto, è stato presentato ieri mattina in anteprima.

Francesca Pappagallo, Romina Quarchioni, Lorenzo Fiordelmondo

Si tratta di un olio su tela originale del Lotto, di 166,8 x 163,1 centimetri, con lunetta soprastante di 95,2 x 158,1, conservata presso la Pinacoteca Civica jesina già restaurata due volte con tecniche sorpassate, l’ultima delle quali negli anni ’70. Quello attuale, invece, è stato un recupero portato a termine con tecniche e attrezzature all’avanguardia grazie alla competenza della dottoressa Francesca Pappagallo, che ha riportato il dipinto al suo antico splendore svelando anche autentiche chicche che altrimenti non sarebbero state apprezzabili.

La restauratrice Francesca Pappagallo

Il tutto grazie all’Art Bonus, ovvero un credito di imposta del 65% dell’importo donato, a favore dei soggetti privati che effettuano erogazioni liberali a sostegno del patrimonio culturale pubblico italiano. Un’opportunità già sfruttata nel 2014 per il restauro del supporto ligneo della Deposizione del Lotto, replicato ora dalla Giunta Fiordelmondo che giusto un anno fa aveva deliberato una serie di beni oggetto di elargizioni liberali ammesse al bonus, tra le quali la Visitazione. Ad aderire per coprire parte del costo di 25mila euro sono state Intesa SanPaolo (€ 4000) e Cooperlat (3000).

Il restauro della tela del 1531, è stato svelato ai giornalisti alla presenza della professoressa Loretta Fabrizi, nella doppia veste di docente di storia dell’arte e di assessora alla partecipazione, del sindaco Lorenzo Fiordelmondo, dell’autrice del restauro Francesca Pappagallo e della responsabile dei musei civici di Jesi, Romina Quarchioni.

Il sindaco Lorenzo Fiordelmondo contempla l’opera restaurata del Lotto

«Con questo restauro – ha dichiarato l’assessora – vogliamo rivendicare anche la centralità della parentesi jesina nella vita e nell’opera dell’artista. Personaggio inquieto, errabondo, che ha finito la sua vita senza soldi a Loreto, ma che ha lasciato un’impronta con anche una scuola e seguaci che hanno poi alimentato l’arte nel nostro territorio».

«Mi piace sottolineare il valore dell’Art Bonus per la nostra città – ha commentato il primo cittadino -. Infatti, da un lato ci consente di recuperare un’opera che oltre al valore in sè, ha un forte valore identitario per Jesi, dall’altro dà vita ad una sorta di mecenatismo moderno che mette in sinergia pubblico e privato con una complementarietà di risorse».

Romina Quarchioni, Francesca Pappagallo e Lorenzo Fiordelmondo

Uno dei problemi maggiori che la restauratrice e i suoi collaboratori si sono trovati ad affrontare è stato il notevole allentamento della tela.

«Il colore è rigido e non sensibile alle variazioni di umidità e di temperatura – ha raccontato la dott.ssa Pappagallo – ma il supporto lo è. Quindi, nel momento in cui il supporto non svolge più la sua funzione c’è l’enorme rischio che il colore possa iniziare a cadere, perchè non ha più una superfice rigida e rettilinea che lo sostenga. Ecco perchè l’intervento sulla Visitazione era necessario».

La restauratrice Francesca Pappagallo mentre spiega l’opera di Lorenzo Lotto

Prima dell’intervento è stata svolta una minuziosa indagine sul quadro con le più moderne tecniche, che servono a conoscere tutto quello sul quale si va a mettere le mani, dalla fotodiagnostica con infrarossi e ultravioletti, ai prelievi di minuscole parti di pittura (circa un millimetro quadrato) che servono per stabilire al microscopio stratigrafia, natura di pittura e leganti utilizzati, oltre al trattamento anti tarlo più moderno sul mercato per anossia, che permette di eliminare anche le uova dell’insetto.

La Visitazione di Lorenzo Lotto (1531)

Un grande lavoro che ha permesso di riportare alla luce anche parti del quadro prima invisibili. Ad esempio, è emersa la parte bassa della seconda ala dell’arcangelo Gabriele a sinistra della lunetta, che ormai si era mimetizzata nello sfondo scuro. Questo senza considerare che la rimozione in vaste aree di verniciatura, ritoccate nel primo restauro (quello anteriore agli anni ’70) ha portato alla luce colori molto intensi e ben conservati, soprattutto il magnifico blu di lapislazzuli di cui Lotto ha potuto disporre e ha utilizzato per il mantello della Madonna. Il che avvalora la tesi, visto il costo elevato dei lapislazzuli, (della studiosa Sara Tassi) che vuole il quadro commissionato dal nobile locale Gentiluccio Rocchi.

Ma la vera chicca è esterna agli splendori del dipinto. Infatti, il certosino lavoro fatto sulla chiodatura della tela, venuta alla luce dopo la rimozione delle cornici, ha reso possibile stabilire, con esami chimico stratigrafici del film pittorico steso dal Lotto prima di dipingere la Visitazione, che i chiodi sono quelli originari, ovvero piantati direttamente dalla mano del maestro veneziano nel 1530. In fase di rimontaggio sono poi stati applicati dei tenditela angolari in acciaio inossidabile, destinati a scongiurare il problema dell’allentamento della tela per molti anni e nel suo splendore ai posteri.

Quello che nemmeno questo restauro è riuscito a chiarire è il perchè della collocazione della firma dell’artista posta in posizione centrale sopra una panca. La pulitura ha chiarito l’incisione L. Lotus 15.., ma non si leggono le ultime due cifre della data, coperte dal velo della Vergine. Non si comprende per quale motivo, pur avendo a disposizione un enorme spazio, abbia messo le ultime due cifre dell’anno su un blu molto scuro che con gli anni le avrebbe rese illeggibili. Questo non fa altro che alimentare il mito del pittore enigmatico per eccellenza.

Lo splendido lavoro di recupero della tela di Lorenzo Lotto verrà presentato domani, mercoledì 6 novembre, alle 18 presso la Galleria degli Stucchi di Palazzo Pianetti, con gli interventi di Tommaso Castaldi, funzionario storico dell’arte della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Ancona e Pesaro Urbino, Romina Quarchioni, direttrice dei Musei Civici di Jesi, e Francesca Pappagallo, restauratrice.

Info: 0731 538 458 / 439

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