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Jesi L’affascinante lezione alla Luaj di Wang Zhixiang, Maestro di Taijiquan

Pomeriggio che ha coinvolto tutti i presenti: un docente con capacità empatica innata che esprime quando gira in ogni parte del mondo per le sue dimostrazioni

Jesi – Il personaggio che la Libera Università per Adulti, Luaj, ha avuto l’onore di ospitare – per una conferenza che ispirava curiosità, necessità e desiderio di confrontarsi con le culture orientali – ha consentito di far convergere nell’aula magna dell’ex seconda circoscrizione di via San Francesco, un numero assai rilevante di iscritti e non iscritti.

Ne era soddisfattissimo il presidente, professor Gabriele Fava, che ha seguito con interesse la relazione, alternata da spiegazioni ed esempi pratici, che il dottor Maestro di Taijiquan, ha tenuto.

E se diciamo “esempi pratici”, intendiamo l’interazione, in sala, fra tutti i presenti, interazione che metteva in pratica quanto il Maestro aveva spiegato, con un italiano “a macchinetta” ma comunque ben comprensibile e una simpatia che sfociava spesso in risate o sorrisi.

Il suo curriculum recita così: “Il dr. Wang Zhi Xiang è nato l’11 febbraio del 1959 a Shangai, città dove tuttora vive e opera nei vari campi di suo interesse. E’ dottore di Medicina Tradizionale Cinese (Mtc), con specializzazione nel massaggio Tui Na, laureatosi sotto la guida del dott. Lee Yan Fong, a sua volta primo studente del dott. Lu Shou Yan che è stato la massima autorità autorizzata alla formazione dei medici specializzati in Mtc dopo la Rivoluzione Culturale. Rinomato studioso della Cultura e della Filosofia Orientale, il dr. Wang è anche un accreditato Maestro di Calligrafia, oltre che delle Arti Marziali Tradizionali Interne (Xing Yi, Taiji, stile Yang e Wu, Ba Gua, Qi Gong medico). E’ vice presidente dell’Associazione delle Arti Marziali di Shangai”.

In una intervista realizzata all’interno dell’Università ma tecnicamente non trasmettibile per un fastidioso rumore di fondo, ci ha spiegato che «il Taijiquan è un’arte marziale in cui sono indispensabili il fattore mentale, la concentrazione, la visualizzazione dei movimenti attraverso immagini naturali – lo scorrere dell’acqua, l’onda, il mulinello. Anche gli altri elementi: il legno, il fuoco, la terra o il metallo sono prioritari rispetto alla meccanica forza fisica. Letteralmente il termine Taijiquan significa Arte Marziale o Boxe del Supremo Principio. Il riferimento ai fondamenti filosofici del Taoismo è esplicito: il Grande Tao, Yin e Yang che si mescolano in mille combinazioni, dando origine insieme ai Cinque Elementi – Legno, Fuoco, Metallo, Terra, Acqua – ai 10mila Esseri, alla complessità della Natura così come la conosciamo. Questa disciplina marziale è stata codificata tra la fine del 1700 e la prima parte del 1800, e si tratta di una straordinaria miscela di cultura filosofica, cultura medica, cultura marziale».

Alcuni movimenti, ai quali abbiamo assistito in aula, possono essere effettuati molto lentamente, con eccellenti effetti sul mantenimento o il recupero della salute. La lentezza e la estrema gradualità rendono questa disciplina ottimale anche nell’età avanzata o nella riabilitazione. In altri termini, la preparazione che necessita per le abilità marziali, serve allo stesso tempo a conservare la salute e migliorare il proprio stato fisico.

Calligrafia sulle energie

Lo avevo conosciuto, cioè avevo sue notizie, pervenutemi, nei mesi scorsi, da due cari amici, uno d’infanzia, Sergio Bozzi (maestro di Taijiquan, Judo e Meditazione) e l’altro Claudio Sassaroli (entrambi insegnanti, il primo in Ancona, il secondo a Jesi alla Palestra Spazio Forma).

Il Taijiquan e il Qigong (quest’ultima, disciplina di origini antichissime), fra l’altro, sono state riconosciute Patrimonio immateriale dell’umanità dall’Unesco. La pratica del Qigong rientra nella preparazione al Taijiquan. 

Come nasce il Taijiquan?

«Secondo una leggenda, intorno al 1200 d. C., alle pendici del monte Wudang viveva un monaco taoista di nome Zhang San Feng. Un giorno il monaco vide il combattimento tra un uccello rapace e un serpente e rimase profondamente colpito dalla capacità del serpente di vincere il duello non opponendo forza contro forza, bensì facendo della morbidezza del suo corpo e dei suoi movimenti l’arma per sconfiggere l’avversario. Zhang San Feng studiò dunque il modo in cui il serpente era riuscito a vincere il duello: flessibilità contro durezza, movimenti circolari contro movimenti diretti, raccoglimento prima di scagliare attacchi veloci, apparente debolezza contro il battito fragoroso delle ali dell’avversario. Sulla base di questi principi, costruì una sequenza di movimenti che ancora oggi, con le opportune differenze tra le varie scuole, formano la base delle varie pratiche di Taijiquan». 

Un pomeriggio che ha coinvolto e affascinato tutti i presenti: il dottor Wang ha una capacità empatica innata, che esprime quando gira in ogni parte del mondo per le sue lezioni e dimostrazioni.

Lo studio e la pratica di questa disciplina necessiterebbero a ogni terapista per lo sviluppo delle proprie facoltà psico-energetiche, di grande ausilio nella gestione della relazione umana con il paziente. 

(foto in primo piano, il professor Gabriele Fava, presidente della Luaj, e il Maestro Wang Zhixiang)

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