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JESI “L’amore non uccide”: finalmente in libreria il libro di Sted

La fumettista ha completato il lavoro che è disponibile negli store digitali e nei bookshop: «Lo dedico a me stessa»

JESI, 27 ottobre 2021 – E’ negli store digitali e in tutte le librerie d’Italia “Questo non è amore. L’amore non uccide”, il libro a fumetti di Sted. Frutto di un lavoro durato anni, complice anche la pandemia, finalmente è possibile leggere per intero il racconto che è una finestra sull’intimità dell’autrice ma che è anche uno specchio per tantissime donne e soprattutto una trattazione differente della violenza di genere.

La pandemia ha bloccato le presentazioni organizzate su tutto il territorio nazionale ma Stefania Lancia, in arte Sted, si è rimboccata le maniche.

«Ho avuto modo di ridisegnare tutto il libro, per renderlo più fluido: ora il finale è più politico perchè trova una dimensione collettiva, insieme a me su quella zattera che mi salva dall’annegameto ci sono altre donne – spiega -. Ora ho tantissime presentazioni in giro per l’Italia e a metà novembre anche a Jesi».

L’acqua è una metafora della violenza nel libro.

«Mi schiaccia ma alla fine resto a galla perché non sono più da sola».

Questo libro, nel completarsi rispetto a quando erano solo alcune tavole, è cambiato. Come mai?

«In una prima fase mi ero concentrata molto su me stessa, ora invece sfogo la mia rabbia perché le parole delle persone mi hanno ferito più della violenza di lui».

E questo fa parte della violenza?

«Certo: condannare l’uomo violento è facile, prenderne le distanze non lo è altrettanto. Grazie ai social e alle presentazioni ho conosciuto tantissime donne che hanno vissuto esattamente quel che ho vissuto io, qualcuno mi ha anche ringraziato per aver spostato la questione anche su questo piano».

L’intento di Sted infatti non è quello di vendere la violenza di genere ma di offire un punto di vista diverso.

Hai mai sporto denuncia?

«Mi sono rivolta alle forze dell’ordine ma non essendo noi sposati né avendo figli, mi hanno detto che non si poteva fare nulla».

Venire via da una relazione violenta non è facile, perché?

«Perché una relazione non inizia mai con la violenza: all’inizio è idilliaca, poi inizi a pensare che se qualcosa non va più come prima è colpa tua. In questa fase è già in atto la violenza psicologica fino a quando non diventa fisica: quando arriva il primo schiaffo è già tardi perché psicologicamente si è già compromesse».

Nella zattera con cui si chiude il libro ci sei tu, non più da sola. Quanto hanno inciso le amicizie per te, per aiutarti a venire via da quella relazione?

«Tantissimo: a differeza di altri ex amici che non hanno mai preso le distanze, a Jesi ho conosicuto persone che non hanno avuto dubbi. Se inizialmente credevo fosse la dinamica paesello contro città, cioè mentalità bigotta contro una più aperta, ora non credo sia così. Il punto è che la violenza è normalizzata: nessuno si sente un mostro, quindi la narrazione che offre spesso la cronaca non è corretta».

A chi dedichi questo libro?

«A me stessa perché avrei voluto leggerlo io, e a tutte quelle persone che si trovano in questa situazione, che ha numeri enormi».

Eleonora Dottori

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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