Attualità
JESI L’ASP: CRESCE IL BISOGNO DI AFFIDO FAMILIARE
3 Ottobre 2019
Ma è sceso il numero delle famiglie disponibili: «Va promossa una cultura specifica»
JESI, 3 ottobre 2019 – Cresce il bisogno di affido familiare per bambini e bambine, ragazze e ragazzi da 0 a 18 anni, italiani, stranieri residenti e stranieri non accompagnati. Un percorso che possono intraprendere coppie, sposate e non, e anche single. L’Asp Ambito 9, visto che la tematica è attuale e dibattuta a livello nazionale, ha deciso di fare il punto della situazione nel territorio di competenza.
«Vogliamo promuovere una cultura dell’affido per non cadere in informazioni parziali o errate sul tema – ha detto Sergio Mosconi, presidente dell’Asp -. Vogliamo che si crei maggiore disponibilità delle famiglie affidatarie: nel 2018 sono stati 50 gli affidi nel territorio di competenza, un risultato importantissimo perché senza queste famiglie potrebbe aumentare il numero dei bambini e dei ragazzi nelle comunità dedicate, che già ospitano 54 utenti. Alcuni di questi, appunto, potrebbero essere pronti per l’affido».
I 50 affidi dello scorso anno sono un record da sei anni a questa parte: nel 2013 sono stati 41, nel 2014 sono stati 54, nel 2015 sono stati 48, nel 2016 sono stati 41 fino ai 39 affidi del 2017.
È sceso invece il numero di famiglie disponibili: 11 lo scorso anno (oltre q euelle già impegnate in affidi) contro le 23 del 2015, anno che ha fatto registrare l’andamento migliore.
«Non è sempre facile incastrare le necessità di chi si rende disponibile con la richiesta – ha aggiunto Barbara Paolinelli che segue il Servizio -. Sono 12 i bambini che hanno bisogno di un affido completo, compreso il notturno, molti di più sono quelli che avrebbero bisogno di un aiuto per andare e tornare da scuola, di poter pranzare ed essere riportati a casa».
Nel 2018 sono stati 44 gli affidi giudiziari, 6 quelli consensuali: del totale 8 sono stati affidi intrafamiliari, gli altri extrafamiliari: «Quest’anno sono già 45 le indagini del tribunale e più della metà richiedono interventi importanti».
«Si tratta di far crescere un ragazzo, un bambino, che opportunità non ne ha avute – ha aggiunto Franco Pesaresi, direttore dell‘Asp -. È previsto, ovviamente per le spese del ragazzo, un contributo alla famiglia affidataria come rimborso spese. Le famiglie non sono mai lasciate sole quando intraprendono questo percorso: per prima cosa viene effettuata una visita domiciliare e una valutazione, ci sono dei corsi e il sostegno va avanti nel tempo».
L’affido, previsto in due anni rinnovabili, prevede un percorso preciso anche attraverso l’interessamento di figure professionali destinate dall‘Asur: «Un’assistente sociale e uno psicologo che però manca» ha aggiunto Mosconi.
«Le tipologie di affido sono diverse – ha precisato la vicepresidente dell’Asp, Martina Coppari -. La persona può essere affidata all’interno delle rete parentale fino al quarto grado; a famiglie esterne a tempo pieno o parziale che può essere diurno o saltuario. L’affido è rivolto a neonati in modo da evitare lunghe permanenze in ospedale o in comunità, e ai maggiorennni».
L’Asp si fa promotrice di un buono da due ore, in collaborazione con il Comune e Ubi Banca, rivolto a chi vuole offrire due ore settimanali – per un periodo di tempo a scelta – a una persona, bambino o ragazzo, che ha bisogno di essere accompagato o ospitato per un momento di amicizia o per un semplice invito a pranzo. Il buono può essere condiviso con amici e familiari, a seconda delle esigenze (info al sito dell’Asp, 0731 2369, [email protected]).
(e.d.)
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