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JESI Lucia Fraboni, una nessuna e centomila

lucia fraboni

Teatri chiusi, spettacoli al palo, e allora grande successo per i suoi video su Facebook: «La risata ha un potere catartico e liberatorio»

JESI, 23 aprile 2020 – Trovo Lucia Fraboni (gli alias che usa sono a decine, partendo da Adalgisa Palpacelli, forse il più conosciuto) mentre da brava prof fa lezione on line ai suoi alunni, ai quali ha propinato, fino alla mia telefonata, un certo signor Petrarca, e più specificatamente le famose “chiare, fresche e dolci acque” e mi dico che questo mondo è bellissimo perché è vario.

Non ho detto vairus, hai sentito male, ma vario. Lei, ottima insegnante, me l’immagino immersa nella natura idilliaca in cui, evanescente, emerge la figura di Laura, e questa “canzone” colpisce i tipi come me che, sapete bene, essere intrisi di lirismo, di una tradizione poetica che a scuola chiamavo cortese. Anche se, poi, Laura si fa il bagno nuda nel fiume e l’amore spirituale va a farsi benedire e dovrebbero trionfare, finalmente, i sensi!!!

Insomma, appena finito con me, l’attrice (prof, scrittrice, cantante, regista, poetessa, e non lo dico gratis perché questa è la vera Lucia), si butta sulle sue invenzioni.

lucia fraboni

I teatri sono chiusi? Ha perso parecchie repliche di routine da qui a giugno? Non ci sono problemi, si inventa uno spazio su Facebook e scoppia il caso. Non che avesse bisogno di farsi conoscere, sono stati i personaggi che, volta dopo volta, ha inventato, che soddisfano i desideri della gente all’epoca del Covid-19.

«Ero impegnata nel mio nuovo spettacolo, scrittura del copione, struttura del testo e caratteri, chiaramente ho dovuto fermarmi. Avevo miei vecchi personaggi da proporre fino all’estate, rifare “Love boat” per esempio, in Ancona, ma tutto si è bloccato. Mi sono creata, quindi, nuove idee, costruite su due piedi, ma non mirate particolarmente al periodo che stiamo attraversando. “Tu per lei, io per voi, tu tra noi”, questo dovrebbe essere il titolo del nuovo spettacolo».

lucia fraboni

A questo punto sorgerebbe spontanea una domanda marzulliana di fronte a un titolo pirandellano o, se volete, alla Wertmuller, ma non si chiede mai nulla della trama.

«Ti anticipo solo questo: lo spettacolo dovrebbe iniziare in un bar, dove una vecchia zia accompagna la nipote Alice ad un incontro con un ragazzino conosciuto in chat. Ci saranno ricordi dei corteggiamenti di una volta, da parte della zia, i giovani che affrontano invece l’amore quasi a botte di emoticon, il tempo che passa, i rapporti umani completamente capovolti, gli influencer, le agenzie matrimoniali, il lavoro da casa… poi non ti dico più niente. Ci sarà qualche giovane attore, quello sì, ma sono ancora in fase di scrittura. Come hai capito, sarà attualissimo. E userò anche quei miei personaggi che tirano molto in questi giorni su Facebook. Se ci pensi, ci fanno capire come eravamo e come siamo diventati, come sono cambiati i modi di vivere, di interagire, è come se fossi costantemente alla ricerca del tempo perduto, intriso anche, se vuoi, di una dose di malinconia e di ricordo».

lucia fraboni

A parte le lezioni con i tuoi alunni, a casa si può anche creare…

«Sì, da sola, in casa, ho pensato e mi è venuto in mente di fare e realizzare alcuni video. Hanno avuto subito un certo seguito, forse perché hanno liberato l’angoscia, i pensieri di paura, di ansia, di terrore, e hanno catapultato idealmente fuori chi stava chiuso fra le quattro mura. La risata ha un potere catartico e liberatorio e ha quasi fatto dimenticare, per qualche momento, l’angoscia. Molta gente, amici ma non solo, mi ha davvero ringraziato con commenti e attestazioni, passami il termine, di ringraziamento per essere stata ironica e comica, se vuoi. Ormai si aspettano i miei video e cercherò sempre di accontentarli».

lucia fraboni

Quali sono i personaggi che maggiormente ami?

«Non so, ho resuscitato personaggi che tenevo nel cassetto da anni e anni, tipo la suora ribelle che canta un rap, poi la professoressa Pigliapoco, nata proprio nei primi giorni del contagio, quando non si sapeva se si sarebbe andati a scuola il giorno dopo. Così ho scritto “A scuola sì, a scuola no…”, sul noto motivo. È stata come un’epifania! Diffusione virale non solo fra gli insegnanti ma anche fra gente comune che fa parte della quotidianità. Poi ho scritto sulla didattica a distanza, problema per tutti, cantando “Sono solo canzonette”. In questo mi ha aiutato un caro amico, Pietro Minciotti, tecnicamente mi ha impostato, oggi ovviamente faccio tutto da sola. Poi mi ha chiamato Rai3 per fare uno spot, come professoressa, nella campagna “Io resto a casa”, così lentamente mi sono affezionata ai miei personaggi ma, soprattutto, ho voluto portare un po’ di allegria. Mi sono divertita io per prima, immagina il truccarmi da sola, trovare vestiti adatti fra i tanti che ho da una parte e che prendo ogni anno a chili in Inghilterra a Portbello’s road, ogni personaggio è completo. Infine ho resuscitato una certa Sangiovesa, la Nives, di Sant’Arcangelo di Romagna, che lascia il suo ragazzo perché, durante la quarantena, ha conosciuto un altro lui, Toro 732. Con il personaggio di Adalgisa ho avuto addirittura 38 mila visualizzazioni».

Sì, ma adesso lei non me lo dice direttamente, il fulcro del suo cuore batte per il professor Roberto Burioni. Quando la senti e la vedi invocare “Buriò, Buriò, Buriò” capisci che quello è vero amore. Ma è una storia su cui non voglio indagare. Mi vedrò la prossima puntata.

Giovanni Filosa

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