La consigliera regionale del Pd, assessore uscente: «Il partito dovrà fare un grande bagno di umiltà e chiedere scusa ai propri elettori»
JESI, 10 ottobre 2020 – Manuela Bora ha vinto, ma perdendo e accantonando la sua carica di assessore regionale, le sue elezioni. Una ferita vincente, se mi si passa l’ossimoro…. Per cui la rivedremo in Consiglio regionale ma siederà, ovviamente, sui banchi dell’opposizione. Molti consensi sono venuti anche dalla Vallesina, dove ha, sin da prima delle elezioni, fatto un buon lavoro.
Manuela Bora
Che tu sappia, e lo sai di sicuro, cosa sta facendo il Pd in questi giorni? Si sta leccando le ferite? Si è metabolizzata la sconfitta?
«Il Pd ha metabolizzato, come no e, a mio avviso, dovrà fare un grande bagno di umiltà e chiedere scusa ai propri elettori che, dalle urne, ci hanno mandato un messaggio molto forte. Dovremo essere tanto bravi a far capire a quanti questa volta hanno votato per il cambiamento, che la lezione l’abbiamo imparata bene. L’abbiamo sentita forte. È proprio dal riconoscere i nostri errori che dobbiamo riprendere la nostra politica, cercando di non commetterne più di simili. Da un lato, sarebbe il caso di dire basta ai personalismi, alle lotte intestine e da un altro lato una grande apertura, secondo me, a quelle che debbono essere le nuove energie e i nuovi volti del Partito democratico».
Il Pd: tante liste significano molte anime, non una sola…
«Lo scopo di fare diverse liste, se ti riferisci a quello che si è visto alle elezioni, era quello di
arrivare ad una coalizione di centrosinistra il più ampia possibile e, per come era concepita la legge elettorale,
da solo il Pd non avrebbe mai vinto. Facendo un passo indietro, con
Ceriscioli, che ritengo sia stato un
eccellente amministratore e
il tempo lo farà ricordare, si era parlato di includere anche il
Movimento 5 stelle. Una parte ha risposto
sì, altri invece
non hanno supportato il candidato presidente. Un conto sono i
personalismi e le
correnti, il
pluralismo nel
Pd c’è
sempre stato e non lo vedo nemmeno come una
debolezza. Quello che secondo me è stato
sbagliato in questi anni, è stato pensare che se non c’era quel
“tizio” a occupare la poltrona,
era meglio che avessimo perso tutti».
Il tuo programma, che non si ha all’opposizione…
«Al di là dei programmi che avevamo preparato, dobbiamo prendere come bibbia quello che dirà il nuovo Governatore, nel senso che siamo all’opposizione e in quell’ambito dobbiamo muoverci. Prendere tutto quello che Acquaroli propone, vedere e contrastare le promesse farlocche fatte. Sicuramente saremo ogni giorno lì, col fiato sulle spalle».
Qual è il più grande rammarico nell’aver perso le elezioni in questo momento?
«Credo che
saltare un
giro possa anche
far bene, potrebbe avere anche uno scopo
educativo. Se esaminiamo il
Ricovery fund, notiamo che il governo aveva precisato che l’avrebbe gestito in maniera molto
centralizzata, vale a dire tenendo
fuori le
Regioni. Noi avevamo portato avanti una battaglia ed un progetto che, invece, prevedesse il
ruolo attivo da parte delle Regioni nell’individuare
priorità e
strumenti di
finanziamento, ed entro il 20 ottobre le Regioni dovrebbero fare una
proposta condivisa ma non so se una
Giunta come quella nuova sarà capace, in così poco tempo, di
capire le
priorità, le
proposte serie ed anche
autorevoli avanzate. C’è di fatto che questa nuova Giunta
non troverà una
Regione come l’abbiamo trovata noi
5 anni fa, cioè
se alzavamo i tappeti sotto trovavamo
problemi da
risolvere, capitoli di
bilancio alterati, a partire dal
fondo sociale. Quando questa giunta ha
riconsegnato le chiavi, aveva già avviato la
programmazione ’21 – ‘
27, tantissime
cose e
risorse che spero possano
essere gestite».