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Jesi Marta e Malgorzata in un viaggio unico tra storia e musica

Insieme in un’opera per viola e pianoforte, un progetto che le inserisce nel Festival Pergolesi Spontini di settembre, in collaborazione con la Fondazione Federico II

Poeti, scrittori, musicisti, basta pensare a Goethe, Byron, Mozart, hanno celebrato, in un modo o nell’altro, i loro viaggi – non solo nel nostro Paese – anche attraverso le tante pieghe dell’arte, della cultura, con “la o il” compagno di viaggio, con cui amalgamare pensieri, creare idee e grandi capolavori.

Capito, torniamo fra i mortali, e spiego il pistolotto iniziale per raccontare che una nuova coppia musicale sta intraprendendo la strada ormai spianata ed esplorata della musica da camera.

Accanto alla nostra Marta Tacconi, pianista di talento e pronta sempre ad affrontare nuove sfidepagine musicali, nei giorni scorsi ho seguito una giovane molto dotata. Tutte e due, in studio da Marta, erano concentrate su di una lettura quasi a prima vista insieme, di un’opera per viola e pianoforte, un progetto che le inserisce nel Festival Pergolesi Spontini di settembre, in collaborazione con la Fondazione Federico II.

Lei è Malgorzata Maria Bartman, nata in Polonia “intorno a trent’anni” fa, con un curriculum che non basterebbe un articolo per presentarlo tutto. Due note ci fanno ricordare che si è specializzata in viola nella classe della professoressa Boguslawa Hubisz-Sielska presso il Conservatorio “W. Lutoslawski” di Cracovia, continuando il suo percorso musicale presso il Conservatorio “G. Rossini” di Pesaro, conseguendo la Laurea di II livello con il massimo dei voti con indirizzo cameristico-orchestrale sotto la guida del M° Damiano Giorgi

Ricercata per la sua bravura, in questi giorni suona al Rossini Opera Festival. Fa parte di diverse formazioni da camera e di vari progetti musicali barocchi dediti allo studio e alla proposta della musica antica e alla riscoperta storica e filologica della prassi esecutiva dell’epoca. Posa la sua viola con religioso trasporto e, insieme a Marta, ci racconta, dopo una filata di quattro movimenti di Schumann eseguiti come ad una “prima”.

«Ho iniziato piccolissima a studiare la viola, strumento ben diverso dal violino, che mi ha preso da subito e, posso dire, dopo tanti  anni, che è stata un’ottima scelta. La viola mi ha permesso di studiare e affrontare ambiti completamente diversi. Con Marta al pianoforte, prima di provare insieme per renderci conto della nostra complementarità, abbiamo studiato in modo molto intenso, un percorso musicale pieno di passaggi tecnici molto belli ma anche davvero difficili. Il nostro bagaglio musicale ci ha permesso di affrontare il lavoro in … serenità. Ti accorgi subito quanto sia piacevole avere una sintonia, ti assicuro che non è sempre così. Abbiamo entrambe un bel carattere, collaboriamo bene, ci sappiamo trovare, e infine abbiamo una visione comune di quello che facciamo».

E questa meravigliosa viola che culli come un bimbo?

«E’ un gioiello, quando accarezzi le corde con l’archetto non suona ma parla, sussurra. L’ha creata per me il liutaio Giuseppe Quagliano, la firma del grande artigiano la trovi all’interno della cassa e c’è anche un marchio a fuocoE’ bello sapere che l’ha creato, questo capolavoro, proprio per me nel 2013. Infine, è uno strumento marchigiano, jesino al 100 per cento!!!».

Un sogno?

«Collaborare almeno una volta col gruppo di Fabio Biondi, l’ho ascoltato molte volte dal vivo. Mi piacerebbe fare questa esperienza».

Malgorzata Maria Bartman

Marta, due parole su quest’opera per pianoforte e viola…

«E’ una partitura ardua, cavallo di battaglia del repertorio liederistico. Non è però fra i più eseguiti per le difficoltà che presenta. Piano e viola? metterli insieme, per due professioniste, è facile. E in più c’è lo stimolo del superamento della prova tecnica musicale, in modo originale; è un progetto contestualizzato in un ambiente, il Museo virtuale intitolato a Federico II, ci esibiremo, per vivere il museo insieme ai quattro movimenti dell’Opera 113 Märchenbilder del compositore romantico Robert Schumann, un viaggio unico attraverso storia e musica».

Marta Tacconi

Non si chiede ma … progetti per dopo?

«Ci stiamo lanciando: metteremo in cantiere Brahms. Una composizione scritta per clarinetto e pianoforte ma noi l’eseguiremo con la viola, un Brahms riletto e credo mai proposto in spettacoli pubblici. La viola è uno strumento che ho nel cuore. Sono talmente pochi i violisti virtuosi e allora io e Malgorzata cercheremo di andare avanti, collaborando in tutto quello che potremo fare».  

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