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JESI MEDITERRANEA, ALESSANDRO METZ: «NON C’È PIÙ VERGOGNA PER QUESTE MORTI»

Palazzo dei Convegni gremito per “Mediterranea”, migranti sulla frontiera più pericolosa del mondo

JESI, 2 febbraio 2019 – Sala gremita ieri pomeriggio a Palazzo dei Convegni all’appuntamento con “Un porto sicuro per Mediterranea“, per parlare della “frontiera più pericolosa del mondo“, il Mediterraneo, e di chi cerca di attraversarla.

Ospite Alessandro Metz, un operatore sociale che si è reso disponibile al ruolo necessario di armatore della nave Mare Jonio, Vittorio Lannutti per l’Università Politecnica delle Marche, Silvia Coltorti psicologa dello Sprar e Tullio Bugari dell’Arci che ha moderato l’incontro (foto in primo piano).

«Otto persone al giorno muoiono nel Mediterraneo – ha raccontato “l’armatore sociale” -. Non c’è più vergogna per queste morti. Non potendo più stare a guardare ci siamo decisi a comprare una nave, cosa non semplice anche dal punto di vista economico. Banca Etica ci ha sostenuto e con essa tanti privati cittadini e associazioni».

La nave è stata acquistata in Sicilia, 360mila euro: «L’abbiamo fatto per salvare noi stessi, le nostre coscienze, più che gli altri: Mediterranea dimostra che si può agire, non solo stare a guardare».

Numeri alla mano, Vittorio Lannutti ha descritto il fenomeno migratorio in Italia nel corso degli anni, precisando che non si tratta di un’invasione visto che poco più del  3 per cento della popolazione mondiale emigra: «La nave che arriva è un’immagine impattante ma la maggior parte dei migranti arriva con un visto turistico».

Il racconto dei viaggi dei migranti nelle parole di Silvia Coltorti, dal 2004 lavora con i migranti: «Molti di loro, già traumatizzati da violenze e privazioni, subiscono altri traumi. Riportali in Libia è un trauma, sappiamo quel che accade: colpevolizzare chi è vittima, come si sta facendo in questo momento, non è la soluzione».

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