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Cronaca

JESI Morgante e i lavori in centro: «Uscite dal Palazzo e ascoltate la città»

piazza pergolesi paviementazione gialla

L’architetto aveva scritto una lettera sull’imminente realizzazione della nuova pavimentazione di Corso Matteotti

JESI, 6 marzo 2021L’architetto Sergio Morgante torna sull’imminente intervento di pavimentazione Corso Matteotti: aveva già scritto una lettera a riguardo, alla quale aveva risposto l’assessore ai lavori pubblici Roberto Renzi.

Il professionista, che ha curato progetti importanti nella nostra città, aveva detto che pavimentare “tutto” il corso con lastre di grandi dimensioni sarebbe «un errore di lapalissiana evidenza». In Consiglio comunale l’assessore aveva avuto modo di difendere la bontà del progetto.

I lavori in Corso Matteotti

«Ho letto con dispiacere le tue risposte alle critiche che vi piovono addosso da più parti perché, invece di aprirvi democraticamente ai contributi e alle richieste della società civile, vi arroccate armati di fragili e inconsistenti argomenti e vi nascondete pateticamente dietro la Soprintendenza e anche dietro all’autorevole commissione di concorso (concorso di diciassette anni fa) – scrive Sergio Morgante all’assessore -.

Da quando in qua non si può, in un paese democratico criticare l’operato altrui? Faccio anche notare che ho indirizzato dapprima le mie critiche solo al Sindaco, senza far rumore, con l’intento di darvi una mano in privato, ma non mi avete aperto la porta, quindi avete poco da protestare».

L’assessore Roberto Renzi

Saltando i dati più tecnici della lunga lettera, che lasciamo agli esperti, l’architetto chiarisce: «L’arenaria è una buona pietra per le pavimentazioni esterne (purchè sia sufficientemente dura e non geliva) perché sull’arenaria, come ben sanno i progettisti, non si scivola e non slittano le ruote anche quando piove. Il granito e le calcaree dure si levigano nel tempo e diventano molto scivolose. Lo sanno bene gli jesini e gli anziani in particolare che su quei marciapiedi del Corso in pietra calcarea del Furlo sono spesso caduti rompendosi, ogni tanto, qualche anca. Non lo sanno invece, a quanto pare, i progettisti di Piazza Pergolesi e del Corso che citano come un esempio positivo di riqualificazione la pietra di quei marciapiedi. E ne sono così convinti che anche nel progetto di concorso proposero una pietra calcarea simile, di Trani (ce lo hai confermato tu assessore con disarmante candore) e non ci risulta che la qualificata commissione abbia avuto qualcosa da ridire. Per fortuna ci ha pensato il Soprintendente e gliene siamo grati».

Piazza Pergolesi

Sul colore, spiega: «Forse gli jesini non sono stati adeguatamente informati e coinvolti nelle scelte».

La pietra arenaria è molto diffusa dall’Appennino Tosco Emiliano fino alla Basilicata; può essere grigia, grigio azzurra, ocra, come quella della nostra valle e perfino verdina. Forse se ne poteva usare una meno slavata e macchiata, ma a questo punto è difficile cambiare perché Piazza Pergolesi è fatta. In Piazza Pergolesi ora c’è una superficie astratta, anemica e immateriale. Questa pavimentazione durerà cento anni e non si può sbagliare».

E infine: «L’Amministrazione non può imporre d’imperio in un luogo – il Corso – ad elevato contenuto simbolico una sistemazione che ferisce i sentimenti di molti jesini. Si consideri poi che molti non hanno capito bene come verrà quest’opera, lo capiranno quando ce l’avranno sotto i piedi, allora vedremo come va a finire. Si deve fare un’opera che rappresenta i cittadini e non i progettisti. L’Amministrazione faccia un salto in avanti, ci stupisca, esca dal palazzo e ascolti la gente, si può ancora cambiare».

Eleonora Dottori

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