Cronaca
JESI PER MARTINO UN AFFETTUOSO E GRANDE ABBRACCIO
26 Dicembre 2019
Partecipazione di tantissima gente ai funerali dell’imprenditore e consigliere comunale spentosi il giorno della vigilia di Natale
JESI, 26 dicembre 2019 – Ci sarebbero volute due chiese di San Giuseppe per accogliere tutti coloro, ed erano tantissimi, giunti per dare l’ultimo saluto a Martino Lombardi, deceduto a 54 anni, la mattina della vigilia di Natale. E forse non sarebbero bastate neanche quelle. Perché la gente straripava, anche sul piazzale antistante l’edificio sacro.
«Chi può si sieda», sono state, infatti, le prime parole pronunciate dal parroco di San Giuseppe, don Giuliano Fiorentini, prima dell’inizio della messa, concelebrata assieme ai diaconi Marco D’Aurizio e Luigi Reccia.
Tanti fiori, il feretro posto ai piedi dell’altare, attorno la grande ala della gente e il gonfalone del Comune di Jesi – per lui che era consigliere comunale – portato da due agenti della Polizia Locale i quali, alla fine, hanno anche provveduto a chiudere al traffico, proveniente da viale del Lavoro, il tratto di strada adiacente la chiesa per permettere il deflusso della folla in sicurezza.
E si farebbe prima a scrivere chi non c’era, perché tanta città era stamattina nella chiesa di San Giuseppe e fuori: gli amministratori e i dipendenti comunali con il sindaco Massimo Bacci, gli amici, i conoscenti, le persone del suo mondo di lavoro: tutti stretti attorno ai familiari in un dolore partecipato e composto perché il grande dolore è difficile urlarlo, ti riamane dentro pesante come un macigno.
«Non vi sono tante parole da dire – ha detto don Giuliano nell’omelia – dal punto di vista umano, meglio il silenzio. Non è facile perdere in questo modo una persona, per una madre, per i figli, per un fratello e una sorella, per gli amici: suscita rabbia e livore. Ci si spezza il cuore che le capacità, l’estro, la forza di Martino siano finiti così, ma il Signore lo accoglie tra le sue braccia, a lui lo affidiamo da creature limitate».
«La morte – ha sottolineato il parroco – non è definitiva, è solo un passaggio, seppur doloroso e insopportabile e la vostra presenza, siete tanti, serve ad aiutare i familiari a passare indenni questo momento, anche se non è facile».
Il saluto degli amici, Sergio e Sauro, con i quali aveva un legame fraterno e che lo hanno ricordato, in una lettera, per il «sorriso e l’umiltà di uomo vero, stimato da tutti. Non è un addio, la nostra amicizia non finirà mai anche se non sei più con noi».
Alla fine, ognuno dei presenti in chiesa ha voluto lasciare a Martino una carezza, o un bacio, sulla bara o sulla foto posta sul feretro dalla quale lui sorrideva.
Di quel sorriso che ci porteremo sempre nel cuore.
Pino Nardella
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