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Cronaca

JESI SOSTEGNO AL MAGISTRATO ANTONINO DI MATTEO, DUE APPUNTAMENTI DI “AGENDE ROSSE”

JESI, 24 ottobre 2016 – Due giornate di mobilitazione per dire “No alla mafia – Sosteniamo Nino Di Matteo”. È quanto propone l’avvocato Alessandra Antonelli, coordinatrice di “Agende Rosse Carlo Alberto Dalla Chiesa e Emanuela Setti Carraro” Ancona e provincia. L’iniziativa vuole essere la risposta alle minacce che sarebbero state rivolte al sostituto procuratore presso il Tribunale di Palermo, Antonino Di Matteo; minacce che avrebbero convinto il Consiglio Superiore della Magistratura a chiedere il “trasferimento straordinario” del magistrato. Tutto questo perché, secondo voci, sarebbe “concreto ed imminente” un attentato nei confronti del Di Matteo “con centinaia di Kg. di tritolo. Per richiamare l’attenzione sul grave fatto, Agende Rosse ha deciso di organizzare alcune iniziative a sostegno di quel magistrato siciliano, “coinvolgendo le Istituzioni locali, le Associazioni presenti sul territorio, le scuole, la cittadinanza. Due, per ora, i momenti di coinvolgimento previsti dai promotori: sabato 29 ottobre, a partire dalle ore 16,30, a Jesi, la domenica successiva, con inizio alle ore 17, ad Ancona. “In entrambi gli incontri – si legge in una nota – saremmo lieti di coinvolgere quanti di Voi vorranno nella lettura di brani tratti dai libri “Assedio alla toga” e “Collusi”, scritti dal Dott. Di Matteo, nonché nella manifestazione al magistrato, con brevi interventi, della solidarietà della società civile”. Gli organizzatori dei due pomeriggi di sostegno alla legalità ed al magistrato siciliano confidano nell’ampia partecipazione delle associazioni locali, chiamate a far partecipi dell’iniziativa tutti gli aderenti.

Con queste due manifestazioni Agende Rosse “C. Alberto Dalla Chiesa e E. Setti Carraro” vogliono “rompere il silenzio sulla vicenda che riguarda il Di Matteo e per questo – si legge ancora nella nota – riteniamo, in contemporanea ad altre analoghe iniziative in corso in tutta Italia, di dovere anche noi portare più persone possibili a conoscenza della sua storia, personale e professionale, dando al contempo un forte segnale di vicinanza e solidarietà a chi è minacciato di morte solo perché compie il proprio dovere contro la mafia e le collusioni in modo integerrimo”.

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