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JESI Sportello antiviolenza: «No quel rapper a Sanremo»

Junior Cally, in procinto di calcare il palcoscenico del Festival, ha realizzato un video nel quale canta davanti a una donna con un sacchetto in testa e legata a una sedia: inviata protesta alla Commissione di Vigilanza Rai

JESI, 20 gennaio 2020 – «La Rai dovrebbe svolgere un servizio pubblico importante nel contraso alla violenza contro le donne». Così la Casa delle donne di Jesi, Sportello antiviolenza, scrive una mail alla Commissione di vigilanza.

Casa delle donneLa struttura jesina, che lo scorso anno ha assitito 45 donne, considera «vergognosa» la partecipazione del rapper romano Junionr Cally alla 70esima edizione del Festival della canzone italiana di Sanremo. Il giovane rapper, classe 1991, ha realizzato il videoclipStrega” in cui, con il volto coperto da una maschera antigas, rappa davanti ad una donna con un sacchetto in testa e legata a una sedia.

«L’ho ammazzata e le ho strappato la borsa, ci ho rivestito la maschera» canta il giovane. Sono diverse le esternazioni del rapper che parlano apertamente di violenza contro le donne, sia fisica che sessuale.

Il rapper romano con la maschera antigas

Frustrante e ingiusto per chi opera da anni per arginare la violenza contro le donne, lo sportello jesino ha deciso di dire la sua.

«La Rai dovrebbe svolgere un ruolo iportantissimo nel contrastare la violenza contro le donne – si legge nella mail indirizzata alla Commissione vigilanza -. Quanto meno si esige che possa evitare di fomentarla dando spazio a questi “cantanti“».

Un appello condiviso dalle realtà del territorio regionale: anche la Commissione Pari Opportunità della Provincia di Ascoli Piceno chiede che il cantante non partecipi al Festival di Sanremo ritenendo «vergognoso, abietto, volgare, il contenuto delle canzoni» anche perché «i principi generali del contratto di servizio della Rai, istituzione pubblica e nazionale, prevedono di superare gli stereotipi di genere, al fine di promuovere la parità e di rispettare l’immagine e la dignità della donna anche secondo il principio di non discriminazione, oltre  alla convivenza civile e al contrasto a ogni forma di violenza».

(e.d.)

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