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JESI Tdm: «Per non intasare il pronto soccorso indispensabili i medici di famiglia»

Pronto soccorso Urbani

Pasquale Liguori, Tribunale del Malato: «Continuiamo a ricevere segnalazioni di cittadini che si lamentano per le mancate visite a domicilio»

JESI, 5 marzo 2021 – Abbiamo apprezzato l’appello dei giorni scorsi della Direzione dell’Av2 in merito al fatto che, nonostante la pandemia, le attività chirurgiche e ambulatoriali vanno comunque avanti, nonostante che il nostro ospedale sia sempre più sotto pressione dalla pandemia e di tutto ciò bisogna dar merito a medici e infermieri che non si sono mai risparmiati durante questa pandemia.

In merito però all’appello dell’Asur fatto ai cittadini di rivolgersi ai medici di famiglia per non intasare  il pronto soccorso, pur condividendolo, facciamo notare che spesso, in base alle segnalazioni ricevute, il cittadino non ha altra scelta, si vede costretto a recarsi al pronto soccorso, in quanto non trova sul territorio risposte alle sue preoccupazioni di salute, non è in grado di sapere se i sintomi che manifesta sono imputabili al covid.

Pasquale Liguori

A tal proposito continuiamo a ricevere segnalazioni di cittadini che si lamentano che il proprio medico di famiglia non va a domicilio.  E allora il cittadino, preoccupato e disorientato, cosa fa? Prima si rivolge al privato per fare un tampone che peraltro “caro gli costa” (anche 65 euro) e poi, se positivo, va di corsa al pronto soccorso per essere curato.

Tutto ciò non solo finisce per intasare il pronto soccorso ma mette a rischio gli altri cittadini con i quali entra in contatto, favorendo cosi la diffusione del contagio.

Non ci sembra questo il modo giusto di procedere per combattere la pandemia, per cui ci sentiamo di invitare il cittadino, in presenza di sintomi riconducibili al covid, a insistere nei confronti del medico di famiglia affinché venga a domicilio per la visita, ricordando tra l’altro che nella convenzione con gli stessi medici vi è  la disposizione che la visita a domicilio va eseguita sempre se il paziente non è trasferibile e, nel nostro caso, reputo che un paziente con febbre alta e altra sintomatologia connessa al covid, peraltro potenzialmente contagioso, non possa essere assolutamente consideratotrasferibile”.

Pasquale Liguori

responsabile Tribunale del Malato, Jesi

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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