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Cronaca

JESI TORRE ERAP, IL TAR RESPINGE IL RICORSO

Il Tribunale amministrativo ne ha riconosciuto l’ammissibilità, la particolarità del caso e della complessa interpretazione della disciplina urbanistica: spese compensate

JESI, 3 dicembre 2019 – Il Tar Marche si è pronunciato sul ricorso avente a oggetto la realizzazione della palazzina popolare di sette piani in via Tessitori, la cosiddetta Torre Erap (in primo piano il cantiere).

Il Tribunale amministrativo ha riconosciuto l’ammissibilità del ricorso, la particolarità del caso e della complessa interpretazione della disciplina urbanistica in oggetto ma non ha annullato gli atti pur riconoscendo che sussistono i presupposti per l’integrale compensazione delle spese tra le parti costituite.

Respinto dunque il ricorso, spese compensate. Sottoscritto da un solo residente del quartiere di San Giuseppe, Giustino Natalini, rappresentato dall’avvocato Sergio De Santis,  il ricorso ha visto scendere in campo diversi attori: tra questi il Comitato cittadino No Torre Erapche ha studiato la complessa questione e cercato di vederci chiaro.

«Un grazie va a chi, il Comitato e il firmatario del ricorso, non ha voluto lasciare nulla di intentato e si è rivolto anche all’autorità giudiziaria – il commento del gruppo di opposizione Jesi in Comune -. Rimane la questione politica e cioè la convinzione che l’Amministrazione cittadina, pur riconoscendo l’insensatezza, allo stato, di questo intervento edilizio, non abbia nemmeno provato a porre rimedio. Tramontata la possibilità di realizzare il piano di recupero, due Enti pubblici come il Comune e l’Erap avrebbero potuto e dovuto spostare e distribuire l’edilizia convenzionata su altri quartieri, come previsto dai vigenti piani urbanistici».
«Gli atti amministrativi sono revocabili, con un accordo e le opportune compensazioni tra gli interessati, e se c’è un’interesse pubblico si supera qualsiasi ostacolo di ordine giuridico. Ma il Sindaco si è pervicacemente accontentato di poter dare la colpa a qualcun altro (le famigerate “giunte precedenti“) e ha destinato le risorse ad altre priorità. Peccato».

(e.d.)

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