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JESI Tutti alla corte (del museo) dell’imperatore

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Il gruppo consiliare Jesi in Comune: «La cultura in questa città la puoi affidare a tutti, purché non venga data a chi se ne intende. E i risultati si vedono»

JESI, 15 luglio 2021 – L’attualità ci permette di tornare sul museo Federico II e sulle nuove attività promosse. Museo per il quale il Comune di Jesi stanzia 150mila euro l’anno per tre anni alla startup che ne ha la gestione per 8 anni.

La montagna, però, ha partorito un topolino: il museo è stato realizzato con fondi privati dell’ing. Gennaro Pieralisi (1 milione di euro) e il contributo di Fondazione Marche (1,5 milioni di euro) ma non è mai riuscito a decollare. Lo specchio di una gestione culturale cittadina che da una decina di anni a questa parte è confusa e maldestra, che approva eventi (non li organizza, si badi bene) ma non programma.

Quegli spazi sono un’opportunità per Jesi che l’assessorato alla Cultura (sì, esiste) sta gestendo senza equilibrio nelle valutazioni tra necessità, obiettivi e alternative: cioè sta facendo quel che ha sempre fatto, ossia guardare alle opportunità in maniera passiva e casuale.

Ecco allora spuntare, nel cortile del museo, l’Ente Palio che per natura dovrebbe occuparsi dell’età dei Comuni ma al bisogno si occupa di tutto con lezioni affidate a consiglieri di maggioranza che per mestiere si occupano di altro.

Ma la cultura in questa città la puoi affidare a tutti, purché non venga data a chi se ne intende. E i risultati si vedono.

Jesi in Comune

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