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LA POLEMICA TORRE ERAP, BACCI: «PIETRA TOMBALE SULLE STRUMENTALIZZAZIONI»

L’intervento del Sindaco dopo la sentenza del Tar Marche, ma per Jesi in Comune «c’è poco di che andare fieri. La gente ha espresso ripetutamente il proprio disagio per quel che succede a San Giuseppe»

JESI, 5 dicembre 2019Torre Erap, dopo la sentenza del Tar, che dà ragione agli atti posti in essere dal Comune, è lo stesso sindaco Massimo Bacci che scende in campo a commentare l’intera vicenda.

«La sentenza del Tar Marche pubblicata in questi giorni mette una pietra tombale sopra una polemica, quella della cosiddetta torre Erap, costruita ad arte da taluni durante la campagna elettorale del 2017 per contrastare l’attuale maggioranza politica cittadina, con il malriuscito tentativo di favorire o raccattare qualche voto in più per un’altra parte politica che i cittadini hanno voluto, saggiamente, farla risultare minoranza».

«Il Tar ha infatti sentenziato che, per la realizzazione del nuovo edificio in via Tessitori, tutti gli atti del Comune di Jesi durante la precedente consiliatura non solo erano pienamente legittimi e corretti, ma anche necessari e doverosi».

«E lo erano perché dovevano dare seguito a atti amministrativi delle precedenti Amministrazioni Belcecchi rispetto ai quali erano maturati diritti in capo all’Erap chiari e precisi. Diritti che, come sempre affermato dall’attuale Amministrazione, potevano essere disattesi solo attraverso un indennizzo milionario da versare all’Erap: ipotesi del tutto impercorribile. La sentenza del Tar Marche segue di poco le dichiarazioni in merito alla costruzione di via Tessitori del direttore dell’Erap Marche, ing. Maurizio Urbinati, dichiarazioni che, ovviamente, coloro che hanno strumentalmente “cavalcato” la questione si sono ben guardati dal commentare».

«Urbinati aveva infatti pubblicamente chiarito che la costruzione non era trasferibile in altra area del territorio, ancorché ceduta gratuitamente dal Comune, per il semplice motivo che si sarebbe poi perso il finanziamento regionale (1.8 milioni di euro) ottenuto per la sua realizzazione».

«Mi fa piacere sapere che il Tar abbia poi deciso la compensazione delle spese legali (cosa che peraltro avviene nella quasi totalità delle cause che vedono cittadini ricorrere contro atti amministrativi delle pubbliche amministrazioni e poi soccombere). Altrimenti l’unica vera vittima di questa che possiamo definire solo una “farsa” sarebbe stata quel povero pensionato lasciato, ovviamente, solo a farsi carico del ricorso, dato che era palese che sarebbe stata una partita persa in partenza».

Ma non si è fatta attendere la replica di Jesi in Comune.

«Una pietra tombale sulle speranze di un quartiere. C’è poco di che andare fieri. Con un comunicato inutilmente sgarbato ed aggressivo il Sindaco, accecato dall’altissima considerazione di se stesso, prende a pretesto la sentenza del Tar per esprimersi in maniera sprezzante nei confronti di chi osa contraddirlo. Se però non ha rispetto per i suoi avversari politici ne abbia almeno per la gente comune che ha espresso ripetutamente il proprio disagio per quel che succede a San Giuseppe e per chi, anche professionisti (che non avrebbero altrimenti nemmeno patrocinato il ricorso…), ha articolato una serie di dubbi e di proposte per risolvere quello che la stessa Amministrazione ha sempre riconosciuto come un vulnus al quartiere».

«Salvo affermare che non era possibile fare nulla per evitarlo. In realtà ora scopriamo, dalle stesse parole del Sindaco, che è solo un problema di risorse da destinare ad altro e non di impossibilità giuridica: l’Erap (regione) avrebbe perso il finanziamento (della Regione!). Nessuna giuridica impossibilità dunque, ma la scelta meno complessa e costosa. Politicamente legittima ma non per questo esente da possibili critiche. Abbia la decenza almeno, se non il rispetto, di non parlare di inganni, termine offensivo per chi ha la colpa soltanto di non pensarla come lui, ma anche per la stessa dignità di chi lo usa».Torre Erap scritte sindaco

«Troppo preso dall’astio rancoroso della sua filippica dimentica anche di leggere per intero la sentenza, altrimenti si renderebbe conto di  come la scelta di fare firmare il ricorso ad un residente anziché al comitato ha garantito il pieno riconoscimento dell’interesse ad agire, come appunto spiegato in sentenza. Infine, il povero pensionato di cui parla il Sindaco con disprezzo non era certo solo, sebbene la scelta di ricorrere all’autorità giudiziaria fosse certamente l’ultima spiaggia rispetto ad una questione che, insistiamo, è politica e riguarda un intero quartiere e le persone che lo abitano».

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