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L’ecosostenibilità italiana passa anche dalla coltivazione della cannabis light

L’ecosostenibilità italiana passa anche dalla coltivazione della cannabis light

Ecosostenibilità nella coltivazione della cannabis light

In Italia l’attenzione per la sostenibilità cresce. Lo sta facendo attraverso l’avanzare di aree protette, la diminuzione delle emissioni di gas serra, i progetti rivolti alla transizione ecologica e i consumi sempre più propensi alla componente green.

Ma, nonostante i numeri dell’agricoltura biologica facciano ben sperare, è necessario essere più veloci.

Obiettivo rigenerazione ambientale

Un’agricoltura sempre più intensiva sta rendendo il suolo meno fertile e povero, mentre cresce di pari passo la perdita di biodiversità.

Nonostante ci illudiamo di avere una scelta infinita, soprattutto frequentando grandi supermercati con offerte sempre più allettanti, in realtà abbiamo perso innumerevoli varietà di materia prima.

A partire dal 2016, anno in cui è stata approvata la Legge sulla Cannabis numero 242, quella che era una coltivazione di nicchia si sta trasformando (anche) in una opportunità di rigenerazione ambientale.

La cannabis legale ha ormai raggiunto i 4000 ettari in Italia, facendo tornare alla memoria di molti nonni questa pianta, che non è affatto nuova nel nostro panorama agricolo.

Perché coltivare la cannabis?

  • La cannabis resiste in maniera naturale agli attacchi di gran parte dei parassiti e di conseguenza consente di evitare l’utilizzo di pesticidi, erbicidi e antiparassitari;
  • Le sue lunghe radici, che sono nutritive per il terreno, consentono di svolgere nel contempo una vera e propria lotta all’erosione del suolo;
  • Molte ricerche hanno dimostrato che la pianta della canapa tende ad assorbire i metalli pesanti che sono pericolosi per la nostra salute;
  • Le sue radici fittonanti aiutano a preservare l’acqua: di conseguenza, per la sua coltivazione, è possibile sprecarne molto meno rispetto alla coltivazione del cotone;
  • La cannabis si presta perfettamente alla buona pratica agricola della rotazione delle colture, la quale consente di evitare l’impoverimento del terreno;
  • È una delle poche coltivazioni in grado di ridurre le emissioni di carbonio grazie a un processo chiamato “cattura del carbonio”.

I mille volti della canapa

Queste informazioni dimostrano quanto sia riduttivo pensare alla canapa soltanto come alla pianta da cui ottenere la cannabis light.

La legalizzazione della sua coltivazione ha permesso di far aprire l’economia italiana ad innumerevoli settori in chiave green.

Nel settore tessile potrebbe sostituire il cotone, con enormi vantaggi su tutti i fronti.

Nel settore edile, la canapa si presta a numerosi utilizzi: le fibre di canapa vengono utilizzate sia per sigillare le tubature che per costruire, unitamente alla calce. In alcuni Paesi, hanno cominciato a fare capolino delle splendide case eco-friendly, realizzate proprio con l’ausilio della canapa.

Nel settore cartario è possibile produrre carta con maggiore resistenza, grande qualità e, anche qui, con minore impatto ambientale.

Nel settore alimentare si stanno diffondendo sia la fibra di canapa che i suoi semi. Sono tanto ricchi di nutrienti da essere considerati dei veri e propri integratori naturali.

Nel settore energetico, seppure sia ancora molto poco utilizzata, consente di dar vita ad un combustibile e carburante biodiesel che produce emissioni davvero basse.

Si potrebbe continuare ancora a lungo, perché, seppure in taluni casi ancora in fase embrionale, la canapa ha dimostrato una eccezionale versatilità.

È entrata anche nel settore cosmetico, in quello aerospaziale e farmaceutico.

La nuova agricoltura sceglie la cannabis light

Sono soprattutto le nuove aziende agricole, quelle under 35, a scegliere di coltivare la cannabis light. Si tratta, innanzitutto, di una questione di pregiudizio.

Desiderare di percorrere la strada di un’agricoltura più sostenibile e attenta all’ecosistema è un’esigenza molto più pressante per le nuove generazioni.

Tra le aziende italiane più vivaci c’è CanapaFarm, realtà che opera nel generoso territorio che circonda Alatri, in provincia di Frosinone.

Numerosi i prodotti su cui lavorano: oltre alle infiorescenze, particolarmente apprezzati anche gli oli. Il loro contenuto di THC è entro i limiti di legge (< 0,5%), non ha effetti psicotropi e non consente di considerarlo uno stupefacente.

Al contrario, i prodotti provenienti da piantagioni legali di cannabis sativa L. 100% italiane sono privi di additivi, ricchi di cannabinoidi, terpeni e flavonoidi naturalmente presenti nella pianta di cannabis.

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