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Cronaca

L’iniziativa Anche Jesi verso il “turismo cimiteriale”

In altre città italiane ci sono già percorsi culturali e architettonici all’interno, l’obiettivo è la valorizzazione, approvata l’adesione del Comune all’Association of Significant Cemeteries in Europe

Jesi – Il turismo cimiteriale – o necroturismo – è una pratica sempre più diffusa, anzi ormai consolidata, in molte città italiane e anche all’estero, negli ultimi tempi è arrivata anche a Jesi tanto da spingere l’Amministrazione comunale ad aderire alla Association of significant cemeteries in Europe (Asce), un’associazione che si occupa di valorizzazione dei cimiteri sotto il profilo storico e artistico, con attività di promozione, protezione, restauro e manutenzione degli stessi.

«Il turismo cimiteriale può avere una valenza storica, culturale, architettonica e della memoria – ha spiegato il vice sindaco Samuele Animali che ha la delega ai servizi cimiteriali – ci sono alcuni cimiteri che vengono visitati dai turisti perché vi sono sepolti personaggi famosi, artisti, compositori, ma anche perché all’interno del cimitero si trovano opere d’arte di grande valore oppure ci sono monumenti realizzati per la memoria storica, come il Famedio nel cimitero di Jesi».

Il giardino della rimembranza

«Ecco, il nostro cimitero viene visitato soprattutto per l’aspetto architettonico perché la parte più moderna è stata progettata dal famoso architetto Leonardo Ricci, coadiuvato dai colleghi Franco Luminari e Silvano Rossini».

Nella determina di Giunta è infatti specificato che il Comune di Jesi risulta in possesso dei requisiti per aderire all’Asce «in considerazione delle peculiarità storiche e architettoniche che contraddistinguono l’area cimiteriale di Santa Lucia che negli anni ’90 del secolo scorso è stata ampliata su progetto architettonico e l’intervento è considerato tra i più rappresentativi nel curriculum professionale di Leonardo Ricci».

Il cimitero di via Santa Lucia tra l’altro, ha specificato la Giunta, vanta una storia plurisecolare, iniziata appena pochi anni dopo l’emanazione dell’editto napoleonico di Saint Cloud (1804) con il quale venne disposto l’obbligo di sepoltura fuori delle mura cittadine. Già nel 1813 si pose mano alla sua realizzazione.

«Tali particolarità – ha spiegato il vice sindaco – ci hanno dato lo spunto per aderire all’Asce in accordo con l’assessorato ai lavori pubblici, perché questa associazione può rappresentare una fucina di idee relative alla promozione e alla valorizzazione del cimitero anche in vista della possibilità di reperimento fondi e partecipazione a bandi europei per la riqualificazione della struttura, area che necessita di interventi strutturali importanti».

«Nel nostro territorio siamo ancora molto legati all’idea di cimitero come “luogo macabro” – ha spiegato Samuele Animali – invece in altre città italiane si sono già organizzati con percorsi turistici segnalati, oppure proponendo concerti o altri eventi al loro interno. Anche il cimitero di Bologna, città sede dell’Asce, possiede un ufficio informazioni e del turismo da cui partono percorsi turistici. Dobbiamo restituire valore civile ai cimiteri».

«La considerazione dei cimiteri sta già cambiando nella riorganizzazione strutturale ancor prima che nella mentalità della gente. Perché a cambiare sono le richieste degli utenti, molte più persone, rispetto al passato, richiedono la cremazione, quindi c’è necessità di creare dei posti per le urne e spazi dedicati alla preghiera e alla rimembranza dove spargere le ceneri, ci sono anche richieste per creare degli spazi dedicati ad altre religioni, come quella ortodossa e islamica».

Una riorganizzazione strutturale che coinvolgerà anche la realtà cimiteriale jesina, che da quest’anno vedrà la nuova ditta Service One, gestire i servizi cimiteriali e che ha già concordato con il Comune il cronoprogramma delle prime migliorie da effettuare da settembre a novembre.

«Rientrano nelle attività previste la riqualificazione del Giardino della rimembranza, la sistemazione della zona di ingresso vicino agli uffici, il rifacimento della segnaletica, lo svuotamento degli ossari comuni ormai saturi, per consentire la rotazione della disposizione delle tumulazioni, la riqualificazione del campo n.3, delle tombe a terra, anch’esso saturo, in cui ci sarà anche da sostituire i cippi per rendere più omogenea l’area, infine la pulizia dei monumenti storici all’interno del cimitero», ha souegato il vice sindaco.

Questi interventi rientrano nelle previsioni di spesa già finanziate dall’Amministrazione comunale, di ben altra natura sono invece i lavori strutturali alla parte più nuova del cimitero, che «ha bisogno di interventi straordinari importanti che richiedono spese ingenti, non previste nelle voci di bilancio attuali e per cui sarà necessario trovare altri fondi, speriamo almeno in parte anche attraverso la collaborazione con l’Association of Significant Cemeteries».

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