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L’intervento Ancora in azione in Turchia i tecnici del Soccorso Alpino

Tra i tanti che si stanno adoperando per salvare lo speleologo americano anche 10 marchigiani della provincia di Ancona

Ancona – Sono ancora in azione i tecnici del Soccorso Alpino per cercare di recuperare lo speleologo statunitense bloccato in una grotta a 1.000 metri di profondità a Morca in Turchia.

In Turchia sono dunque presenti da questa mattina 46 operatori del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico e tra loro anche 10 operatori marchigiani tutti provenienti dalla provincia di Ancona (tra loro anche personale da Jesi e Genga).

Nel pomeriggio di ieri è entrata in grotta la prima squadra italiana di 6 tecnici (con medico e infermiere) che poche ore fa ha raggiunto lo speleologo statunitense.

È decollato ieri sera da Pratica di Mare un volo dell’Aeronautica Militare che ha trasportato in Turchia diverse squadre composte da un totale di 33 tecnici esperti nella progressione e soccorso in grotte profonde, a supporto dei soccorritori che già stanno operando.

Una volta atterrati in loco, l’esercito turco li ha elitrasportati nei pressi dell’ingresso della grotta dove negli scorsi giorni è stato allestito un campo base.

Un’ulteriore squadra composta da 5 tecnici del Cnsas, a bordo di due furgoni contenenti materiale logistico, si è imbarcata mercoledì sera dal porto di Brindisi alla volta della Grecia, ed è in fase di arrivo al campo base.

Al momento, oltre all’Italia, sono diverse le nazioni coinvolte in questa complessa operazione – coordinata dall’Afad, l’ente turco di Protezione Civile – tra queste la Bulgaria, la Polonia e l’Ungheria.

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