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Moie All’Abbazia di Santa Maria l’incontro tra poesia, musica e pittura

Un pomeriggio con le opere di Silvia Segnan (in esposizione sino al 9 aprile), le parole di Diego Mecenero e le note di Brahms scaturite dal pianoforte di Marta Tacconi e dalla viola di Luca Ranieri

di Giovanni Filosa

Moie, 28 marzo 2023 “Póiēsis, il fare dal nulla”, è un’idea. Il verbo greco ποιέω ha infinite coniugazioni. Diversi modi di interpretazione e applicazione. Come il verbo ὁράω, che significa vedere ma anche capire (cioè vedere con la mente), e lo scrivo perché ne sentirete parlare nella settimana di Pasqua, quando si racconterà la resurrezione di Cristo.

L’idea di realizzare un incontro fra poesia, musica e pittura, partendo dal bianco come colore di base, declinabile nelle tre altissime strutture dell’arte, è risultata una forma nobile di scoprire le emozioni da un colore che, come diceva il grande pittore Kandinskij, “ha il suono di un silenzio che improvvisamente riusciamo a comprendere, un silenzio ricco di potenzialità”.

Alla pittrice e poetessa Silvia Segnan il bianco ha ispirato un mosaico di sensazioni, che ella stessa ha messo sotto forma poetica e sulla tela, aggiungendo una parte importante segnata dalla musica di Brahms, in cui sovente prevale un “malinconico rimpianto, incline agli atteggiamenti sognanti e riflessivi, un intimismo soffuso di dolce tristezza ed una severa e tragica meditazione sulla solitudine dell’uomo”

Silvia Segnan

Basta leggere alcuni versi di Silvia Segnan, quando scrive che “il bianco è solitudine, per questo verità…è la luce che associamo alla rinascita il bianco è una nuova storia, da cui la vita del mondo ha inizio…” per capire l’insieme di emozioni che scaturiscono dal bianco, sempre, comunque e dovunque.

Un pomeriggio all’Abbazia di Santa Maria delle Moie che ha raccolto poesie recitate, dipinti esposti e un concerto di musiche di Brahms (lo scherzo per viola e pianoforte dalla sonata F.A.E. e la numero 1 e 2, opera 120), che ha coinvolto il pubblico dentro la meravigliosa Abbazia risalente al XII secolo, ottimo esempio di architettura romanica.

Al piano Marta Tacconi, alla viola Luca Ranieri.

Due garanzie, due professionisti che riescono a mettere in risalto la penetrazione espressiva dell’autore. E’ vero che una struttura come questa non ha la pretesa di restituire un’acustica che permetta di apprezzare ogni minima sfumatura e, soprattutto, gli alti limiti e le attitudini tecniche ed espressive degli strumenti impiegati. Ma è anche vero che la musica non smette mai di creare passione.

Marta Tacconi e Luca Ranieri

Così come, in apertura, le emozioni sono venute crescendo dalle parole di Diego Mecenero, dal suo entrare nella poetica di Silvia Segnan, dai suoi termini scelti e dalle poesie profonde e vissute, poi dalla mostra, inaugurata al termine della lunga presentazione e del concerto, in cui i lavori della Segnan si svincolano da precedenti creazioni per, partendo dal bianco e dal chiaro, sottolineare la sua idea di libertà espressiva, al di fuori di lacci e di vincoli.

Ma sempre con la scintilla emotiva al proprio fianco.

La mostra sarà visitabile fino al 9 aprile dal giovedì alla domenica, dalle 10 alle 12.30 e dalle 16.30 fino alle 20.

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