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MONTEMARCIANO “Ciao Amore Ciao”, in teatro l’attualità del giallo su Luigi Tenco

La compagnia Asini Bardasci porta in scena un radiodramma: «Siamo giovani ma non vogliamo sia dimenticato. E non si è suicidato»

 

Luigi Tenco

MONTEMARCIANO, 2 marzo 2020 – Gli Asini Bardasci, compagnia “under 35” nata nel 2016 grazie a Paola Ricci e Filippo Paolasini, dovevano andare in scena sabato 29 febbraio al teatro Alfieri di Montemarciano con “Ciao Amore ciao”, omaggio a Luigi Tenco, ma il Coronavirus ci ha messo lo zampino e lo spettacolo è stato rinviato. Eppure incuriosisce il fatto che attori così giovani vogliano cimentarsi con Tenco, trovato morto ormai 53 anni fa nel lussuoso hotel Savoy di Sanremo mentre si stava svolgendo il Festival della Canzone Italiana.

Filippo Paolasini perché questa scelta di raccontare Luigi Tenco?

«Ho sempre avuto una grande passione per Tenco e per le sue canzoni che trovo sempre attuali. Tenco era il più moderno dei cantanti della musica leggera italiana e noi vogliamo raccontare un  cantautore romantico e dannato, il suo sguardo quasi glaciale eppure tenero, tanto diverso dai colleghi finti e patinati dello star system della musica di quel tempo. Lo spettacolo non è solo un omaggio all’artista ma è soprattutto un modo per non dimenticarlo e per affermare che Tenco è ancora più che mai vivo e i suoi brani continuano ad emozionare e far riflettere. E poi mi piacerebbe che si vada oltre all’immagine che si ha del giovane cantante che si è ucciso perché il suo brano “Ciao Amore ciao” era stato escluso dalla finale del Festival, anche perché la realtà non è questa».

Lei nello scrivere questa sorta di radiodramma sostiene tesi che sembrano azzardate. Tenco, secondo lei, non si suicidò a Sanremo?

«Il filo conduttore del nostro spettacolo è l’inchiesta. Ho seguito con molta attenzione gli scritti del biografo principale di Tenco, Aldo Fegatelli Colonna, e sono giunto alla sua stessa conclusione: Luigi Tenco non si sarebbe suicidato al Savoy il 27 gennaio 1967. Anche la relazione con  la cantante francese Dalida è frutto di trovate pubblicitarie piuttosto che di una reale liason tra i due cantanti. Ma nello scrivere lo spettacolo non mi sono soffermato su questi aspetti perché mi sembrano comunque secondari rispetto all’obiettivo principale».

Che cosa l’ha più coinvolta nel portare a teatro Tenco?

«Vogliamo raccontare il diario di un ragazzo partito da un piccolo paese della provincia di Alessandria e che arriva a toccare il sole, fino a bruciarsi le ali e precipitare come Icaro. Non si può ricordare Luigi Tenco solo come uno che si uccide perché non va in finale a Sanremo, è meschino solo pensarlo e non gli si rende vera giustizia. Lo spettacolo ha un taglio quasi cinematografico e vuole ricordare la grandezza dell’opera di Tenco e dei suoi lavori».

Gli Asini Bardasci partecipano ad importanti festival teatrali nazionali e dirigono il Teatro Apollo di Mondavio che è la fucina del loro lavoro. In “Ciao Amore ciao” suonano Alessandro Centolanza (chitarra e contrabbasso), Tazio Forte (pianoforte e fisarmonica) e Andrea Jimmy Catagnoli (sassofono).

Gianluca Fenucci

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